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Argento e Refn a Venezia 73 con gli "Zombi" di Romero: «eccovi uno dei più importanti film del cinema contemporaneo»

Uno degli eventi della Mostra del Cinema di Venezia è sicuramente la proiezione a mezzanotte del grande classico di George A. Romero, Zombi, presentata nella versione europea curata da Dario Argento e che sarà introdotta al pubblico dallo stesso regista romano e dal cineasta danese Nicolas Winding Refn.

Prima dell’evento ospitato nella Sala Giardino, il nuovo impianto della Mostra, i due registi hanno incontrato la stampa per presentare il film che sarà proiettato al pubblico in versione restaurata.

Ecco, dunque, il resoconto della conferenza stampa che ha visto protagonisti Dario Argento e Nicolas Winding Refn:

Che cosa vi ha portato a lavorare insieme in questa nuova edizione del film di Romero?

Nicolas Winding Refn: Manlio Gomarasca mi ha introdotto a questo progetto e io mi sono detto entusiasta di partecipare alla produzione del restauro e di partecipare a questo evento a Venezia. La cosa è molto interessante in quanto questo è il primo festival internazionale del cinema che ha dato particolare risalto e importanza ai grandi classici. Ho sempre voluto lavorare con Dario e questa è stata l’occasione giusta: sono davvero felice di poter presentare questo grande film con Dario e di rendere partecipe il pubblico della sua visione di questa splendida opera.

Dario Argento: Si dice che Zombi sia uno dei film più importanti del cinema contemporaneo: non so se sia davvero così, ma è un film che ha segnato un momento molto importante, soprattutto per me. È stata la prima volta in cui ho avuto la fortuna di collaborare con un altro regista, cosa che non capita così frequentemente in un mondo come il nostro. George l’ha girato, io ho collaborato alla sceneggiatura e poi alla riedizione del film e mi sono trovato molto bene con George, perché questo film esprime un pensiero politico che ci accomuna. Zombi è un vero e proprio manifesto politico, per certi versi storico. Per lui è stato un periodo particolare: è sempre stato molto portato alla depressione ed era reduce da diversi flop, ma il nostro incontro l’ha aiutato a riprendere fiducia in se stesso e a tornare ad essere ispirato.

Nicolas, perché pensi che questo sia uno dei più grandi film del cinema contemporaneo?

Credo che ci siano pochissime forme d’arte che trascendono le loro origini. Zombi non è solo un film, ma trascende nella cultura pop, valica i confini della cinematografia e raggiunge uno scopo molto più elevato. Prevede e attacca l’America delle corporazioni in un modo in cui nessuno aveva mai visto. Inoltre ha definito commercialmente un sottogenere come quello dell’ossessione della morte. Non è solo un film, ma un’esperienza ed è un evento raro, una fonte d’ispirazione molto importante, è un esempio di come l’arte debba essere sempre molto pericolosa. E questa è una cosa unica.

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Dario, come ti sei comportato nel rendere questa versione presentata qui a Venezia di Zombi, di fatto, una tua opera, pur partendo dal lavoro di George Romero?

Quando George venne a Roma, portò un montaggio di circa 3 ore del film con tentativi di musica scritti da un suo parente. Ho preso tutto questo materiale e gli ho dato ordine: poi abbiamo confrontato le due versioni e, dopo iniziale resistenze, iniziò ad apprezzare la mia edizione ed è cambiata la sua visione del film. Poi siamo rimasti talmente amici che poi abbiamo collaborato in molte altre occasioni. In questo caso abbiamo cercato di rendere il film il più internazionale possibile. Un film che ha legato me e George per molti motivi: lavorativi e affettivi.

Nicolas, in che cosa pensi stiano le differenze più importanti tra le due versioni?

Mi piacciono entrambe, come di solito si vuole bene alla mamma e al papà. Tutte e due sono versioni che hanno una evidente impronta personale da parte dei loro autori, George e Dario. I film sono fatti dai registi e ci sono elementi in ciascuno di questi due film che riflettono la personalità e il gusto di questi due straordinari artisti. Li amo entrambi e le due versioni, pur differenti, si integrano perfettamente tra loro, sono complementari seppure diverse.

Dario, quando hai parlato del film come manifesto politico che cosa recitava questo manifesto, quali erano i suoi contenuti?

Il film è un manifesto politico come mostra l’atto simbolico dell’attacco e della distruzione del centro commerciale. Gli zombi sono personaggi che, nella loro spietatezza, sono profetici, privi di morale e ogni forma di pietà.

Nicolas, hai definito questo film come uno dei più potenti e riusciti attacchi al sistema capitalistico americano: pensi che questo messaggio sia ancora attuale?

Assolutamente. Credo che la cosa più importante del cinema di genere è poterlo inserire in qualsiasi contesto: si può partire con una idea di intrattenimento che poi si sviluppa nella tua mente e diventa qualcosa di più complicato e attraverso i generi cinematografici. I mostri non sono buoni o cattiva, ma un’immagine allo specchio della rivoluzione del consumismo e della produzione di massa. Nulla di tale spessore, intensità e profondità è stato prodotto successivamente con uguali risultati di eccellenza. Abbiamo questa ossessione dei morti che ritornano in vita e come potremmo ucciderli. Zombi è un manifesto politico molto chiaro ed efficace, oggi come allora.

Nicolas, ha detto che il cinema deve essere pericoloso: secondo voi è ancora così, specie per quanto concerne il genere horror? Il cinema è ancora oggi pericoloso?

NWR: Credo che viviamo in una società in cui l’intrattenimento e lo spettacolo si basano sull’esercizio economico e sul consumo compulsivo e continuo. L’arte è un sistema fondato sulla reazione: fare i bravi è meraviglioso, ma non ci rende automaticamente persone interessanti. La creatività non è fatta per compiacerci, ma per stimolarci, anche in maniera violenta, per farci reagire.

DA: Io penso che sia un miracolo che questo film riesca ancora a far parlare di sé, anche a tanti anni di distanza. Il cinema non può essere anestetico, ma deve comprendere una componente politica, stimolare emozioni ma anche pensieri, porre lo spettatore a farsi domande e a reagire a ciò che vede sullo schermo e che riflette in maniera più o meno esplicito la realtà che lo circonda. Zombi è ancora oggi un’opera rivoluzionaria e lo era già all’epoca della sua uscita, perché allora non si facevano film così infuriati, così rabbiosi e ricchi di cose da dire.

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Dario e Nicolas, la proiezione del film è anche un evento, un’occasione per vedervi insieme: che cosa ritrovate di moderno l’uno nell’altro e perché vi stimate come artisti?

DA: Nicolas è un talento molto originale: in lui si trovano tracce del cinema del passato, eppure è così diverso da tutti gli altri registi. Il suo lavoro mi ha sempre enormemente affascinato e in lui vedo l’entusiasmo di chi il cinema lo conosce, perché bisogna sempre ricordare che chi fa cinema, deve conoscere il cinema e conoscerlo bene, oltre a dare tutto se stessi. E Nicolas lo fa e in maniera egregia.

NWR: Credo, per certi versi, di essere una versione più giovane di Dario Argento e ne sono lusingato. Una delle cose uniche in Dario è la sua peculiarità nel modo di lavorare, nelle sue peculiarità espressive. Dario mi ricorda molto Elia Kazan, il primo grande regista con cui ho avuto a che fare e a cui ho chiesto consigli. “Segui la tua strada” è stato il suo consiglio: ci sono pochi artisti che hanno fatto le cose a loro modo e con originalità sempre. E Dario è sempre stato così e tutto ciò mi affascina e entusiasma.

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