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“O Futebol” del regista brasiliano Sergio Oksman vince il 56/mo Festival dei Popoli

“O Futebol” racconta la relazione tra il regista e suo padre attraverso la comune passione per il calcio

È O Futebol (Spagna, 2015), il documentario del brasiliano Sergio Oksman che racconta la relazione tra il regista e suo padre attraverso il comune amore per il calcio, a vincere il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale del 56/mo Festival dei Popoli, che si è concluso venerdì 4 dicembre, al cinema Odeon di Firenze. Il premio (8000 euro) è stato assegnato dalla Giuria Internazionale composta da Jos de Putter (regista, Paesi Bassi), João Matos (produttore, Portogallo), ed Eva Sangiorgi (italiana, direttrice del festival FICUNAM di Città del Messico). Nel film, le partite del campionato mondiale (Brasile, 2014) scandiscono i giorni che padre e figlio trascorrono insieme dopo anni di distanza: sul divano di casa, in automobile, dietro il bancone di un bar o nel letto di un ospedale. In questa ritrovata vicinanza, l’occhio del figlio si riconcilia con la figura del paterna, ne redime il passato, ne trasfigura il presente. La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “Una storia che affronta con stile preciso i punti di tensione tra intimità e distanza, memoria e realtà, giudizio e stupore. E che ci consegna al tempo stesso una rievocazione di una partita di calcio memorabile non solo nella storia dei mondiali di calcio ma anche nella storia del cinema.”

Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4000 euro) è andato a Une partie de nous s’est endormie di Marie Moreau (Francia, 2015). “Ci ha colpito l’austerità dello stile – ha detto la giuria – come base di un ritratto convincente che è al tempo intimo e fastidioso. E’ l’inizio di una grande regista”.

Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2500 euro) è andato a A festa e os cães di Leonardo Mouramateus (Brasile, 2015). “Un film che ci ha entusiasmati per la straordinaria creatività della narrazione. Con mezzi limitati, per la maggior parte album di fotografie e ricordi narrati da voice over, ci viene offerta una storia universale di crescita e di abbandono di persone e luoghi. Soprattutto, abbiamo qui la prova del talento cinematografico di un giovane regista” – spiega la giuria.

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