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Il Trieste Film Festival celebra Krzysztof Kieślowski a vent'anni dalla morte

Il poeta del Decalogo”, “Il grande regista dell’anima”, “Una meteora che lascia il segno”: così, nel 1996, sui quotidiani italiani, l’addio a KRZYSZTOF KIEŚLOWSKI. Nel ventennale della prematura scomparsa, a soli 54 anni, del grande regista, il 27. TRIESTE FILM FESTIVAL – in programma dal 22 al 30 gennaio – gli dedica un omaggio, promosso in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma, con la proiezione di alcuni dei suoi film più amati. A cominciare proprio dai dieci capitoli di quel Decalogo che – liberissima rilettura dei comandamenti biblici – per primo rivelò al “grande pubblico” il nome di Kieślowski, noto fino ad allora solo ai più stretti frequentatori del cinema polacco ma destinato a diventare di lì a poco tra i più influenti del cinema contemporaneo, per la capacità di indagare “l’inferno dell’etica”.

Ad accompagnare a Trieste l’omaggio a Kieślowski sarà una delle interpreti-simbolo della sua intensa filmografia, IRÈNE JACOB, indimenticabile protagonista nel 1991 di La doppia vita di Veronica (che le valse il premio come migliore attrice al Festival di Cannes) e nel 1994 di Tre colori: Film rosso, episodio conclusivo della trilogia dedicata ai colori della bandiera francese e ultimo film dell’autore, candidato a tre premi Oscar.

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«L’incontro con Kieślowski – spiega oggi Jacob – ha significato molto per me: era un grande artista e un uomo molto affettuoso. Il suo cinema ci offre un viaggio molto personale e, allo stesso tempo, sconvolgente, ma senza mai imporre nulla. Come diceva lui, “quando qualcosa diventa troppo esplicito, io taglio!”».

L’omaggio sarà inoltre l’occasione per ricordare una volta di più – attraverso una delle sue passioni cinematografiche – Annamaria Percavassi, fondatrice, anima e direttrice artistica del Trieste Film Festival, scomparsa pochi giorni fa.

Il Trieste Film Festival è il primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunto quest’anno alla 27. edizione, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli: nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987), il festival continua ad essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.

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