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Locarno Film Festival: a Fredi M. Murer il Pardo alla carriera 2019

Locarno72 renderà omaggio con il Pardo alla carriera a Fredi M. Murer. Il regista, sceneggiatore, fotografo e disegnatore svizzero sarà ospite in Piazza Grande giovedì 15 agosto. L’omaggio al maestro del cinema svizzero sarà accompagnato dalla proiezione di alcune delle sue opere più importanti che hanno segnato un’amicizia con il Festival lunga 40 anni:Grauzone (1979), Wir Bergler in den Bergen sind eigentlich nicht schuld, dass wir da sind(1974), Höhenfeuer (1985) e Der grüne Berg (1990).

Il Pardo alla carriera della 72esima edizione del Locarno Film Festival sarà consegnato a Fredi M. Murer, figura chiave del cinema indipendente svizzero e internazionale nonché artista libero e visionario, la cui creatività e spirito innovativo, linee guida di oltre cinquant’anni di carriera, hanno segnato profondamente la storia del cinema elvetico. La sua poetica ha sempre rispecchiato un impegno politico e civile che hanno permesso di vedere il mondo – e la Svizzera – con occhi diversi. Visione che il Locarno Film Festival ha scoperto nel 1979, con il film Grauzone. Quarant’anni di amicizia e complicità che il Festival avrà il piacere e l’onore di celebrare ospitando la prima mondiale del restauro della pellicola, curato e realizzato dalla Cinématèque suisse.

I restauri delle opere di Murer a Locarno72 non finiranno però con Grauzone. Il Festival sarà infatti palcoscenico anche per un’altra opera che ha di recente ritrovato la sua luce originale, Wir Bergler in den Bergen sind eigentlich nicht schuld, dass wir da sind (1974), una delle più importanti pellicole di Murer, omaggiata con il premio FIPRESCI a Locarno nel 1975, il cui seguito, Der grüne Berg (1990), venne presentato dal regista proprio al Festival nel corso della prima edizione della sezione parallela dedicata ai documentari, la Semaine de la critique. Questa sezione festeggia quest’anno i suoi primi 30 anni di vita e riproporrà, nel corso di Locarno72, il film Der grüne Bergnella sua ritrovata veste, aggiungendo così un terzo restauro al programma dedicato al regista.

Celebrando Murer non poteva ovviamente mancare la proiezione di un altro caposaldo della sua filmografia e dell’albo d’oro di Locarno: Höhenfeuer, pellicola indimenticabile che nel 1985 il Locarno Film Festival premiò con il Pardo d’oro, completerà la quadrilogia di restauri del cineasta svizzero presentati al pubblico durante Locarno72. L’omaggio a Murer, regista, sceneggiatore, fotografo e anche illustratore, sarà completato dall’esposizione di una selezione di sue tavole originali.

Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival: “Il Locarno Film Festival è sempre anche vetrina del cinema svizzero, declinato in ogni momento: presente, futuro e passato. Rappresentando i suoi contemporanei, immaginando il futuro anche oscuro del suo paese, ascoltando la storia degli abitanti dei territori più discosti, Fredi M. Murer ha giocato con il tempo, cioè con la sua arte e con la sua epoca. Dipingendo la Svizzera, Murer ha ridisegnato il cinema svizzero. Sono molto felice di onorare uno dei più grandi registi svizzeri per la mia prima edizione.”

Fredi M. Murer riceverà il Pardo alla carriera in Piazza Grande la sera del 15 agosto. Venerdì 16 agosto alle 13.30 il pubblico del Festival potrà inoltre assistere a una conversazione con l’autore allo Spazio Cinema.

Fra i vincitori del Pardo alla carriera nelle scorse edizioni vi sono Francesco Rosi, Claude Goretta, Bruno Ganz, Claudia Cardinale, Johnnie To, Harry Belafonte, Peter-Christian Fueter, Sergio Castellitto, Victor Erice, Marlen Khutsiev, Bulle Ogier, Mario Adorf e Jane Birkin.

La 72esima edizione del Locarno Film Festival si terrà dal 7 al 17 agosto.
www.locarnofestival.ch

Biografia Fredi M. Murer

Nato nel 1940 a Beckenried, sulle rive del lago dei Quattro Cantoni, Fredi M. Murer si forma alla scuola d’arte di Zurigo. Disegnatore di talento e fotografo dalla sottile immaginazione, si avvicina presto al linguaggio filmico. Fin dai primi titoli Murer inizia con una serie di ritratti di suoi amici artisti, interpreti di una rottura con i valori del tempo (Chicorée Bernhard Luginbühl entrambi del 1966 e Passagen, 1972), spostandosi progressivamente verso il silenzioso mondo rurale alpino, a cui dà voce. Seguono il primo grande documentario Wir Bergler in den Bergen sind eigentlich nicht schuld, dass wir da sind (1974) e il suo primo lungometraggio Grauzone (1979), metafora complessa e raffinata sul clima conformista che regnava in Svizzera prima delle rivolte giovanili dei primi anni Ottanta. La vera svolta arriva però con Höhenfeuer (1985), che racconta l’amore incestuoso di due fratelli isolati in un alpeggio fuori dal mondo. Seguono poi Sehen mit anderen Augen (1987) e il suo secondo grande documentario Der grüne Berg (1990). Nel 2006 gira Vitus (2006), interpretato da Bruno Ganz, che gli vale il Premio del cinema svizzero come miglior lungometraggio, oltre a numerosi riconoscimenti internazionali. Il suo ultimo film, basato su una novella scritta da sua madre, è stato Liebe und Zufall (2014).

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