È l’attore del momento. Premio Oscar, afro americano e musulmano. È il nuovo Denzel Washington? Sicuramente è ormai considerato il miglior attore di colore del panorama attuale, ma per ora con la star di Training day condivide solo la statuetta dell’Academy. Mahershala Ali infatti è un interprete molto più complesso e molto meno facilmente classificabile. Contraddistinto da un’eleganza innata e da uno stile recitativo molto raffinato, è un attore che recita con lo sguardo, talmente espressivo da non necessitare di battute troppo lunghe: i suoi occhi parlano. Aiutato anche da un timbro vocale caldo e rilassante, si trova a suo agio sia in ruoli positivi che interpretando personaggi assolutamente negativi, sia in veste di protagonista che in parti da comprimario, come se la sua versatilità non conoscesse limiti. Ma nel suo lavoro non ha sempre trovato il successo, anzi, l’affermazione e la popolarità sono arrivate relativamente di recente.
Californiano di nascita (Oakland, 1974), nel 1996 si iscrive al Saint Mary’s College of California in Scienze della comunicazione. Appassionato e giocatore provetto di basket scopre in seguito la sua passione per la recitazione, allontanandosi dal mondo dello sport che sembrava non interessargli realmente. Si forma in recitazione teatrale lavorando per anni sui palchi californiani, finché nel 2000 non ottiene un master in arte drammatica alla New York University. Da qui in poi, però, la sua ascesa è tutt’altro che istantanea.
Ali può vantare infatti un lungo periodo di gavetta nel mondo della televisione. Si fa strada grazie a ruoli minori in serie tv come Crossing Jordan, New York Police Department e CSI – Scena del crimine e il suo debutto sul grande schermo avviene solo nel 2008 come comprimario nel film di David Fincher Il curioso caso di Benjamin Button, al quale seguiranno altri ruoli secondari in Predators, Come un tuono e negli ultimi due capitoli del franchise Hunger Games. L’anno della svolta è il 2016: è tra i protagonisti di Free State of Jones dove, al fianco di Matthew McCounaghey, interpreta Moses, il capo di una gruppo di schiavi fuggitivi. Soprattutto, nello stesso anno è chiamato a recitare nel film premio Oscar Moonlight. Qui Ali, nonostante il suo personaggio sia presente per il solo primo terzo della storia, riesce a infondere di rara poesia la scena più commovente dell’intero film. I suoi occhi sono quelli malinconici di Juan, un spacciatore dal cuore d’oro che dona il proprio affetto al giovane e tragico protagonista. Un’interpretazione di forte intensità emotiva che lo premia all’Academy come miglior attore non protagonista.
Nonostante il successo a Hollywood però non ha mai abbandonato la televisione: è stato tra comprimari del serial di fama mondiale House of Cards, dove impersonava lo scaltro e brillante avvocato Remy Danton, anche se il suo ruolo più memorabile per il piccolo schermo fino ad ora è stato quello del villain della serie originale Netflix, Luke Cage. Lo sguardo del mefistofelico mafioso Cotton Mouth è sulfureo e intrigante, carico d’odio e di violenza, senza nascondere però anche un lato fragile e vulnerabile: insomma, uno degli antagonisti più interessanti non solo della recente televisione ma di tutto il mondo dei cinecomic.
Mahershala Ali da circa tre anni sta vivendo un’importante ascesa che sembra non esaurirsi, anzi questo 2019 potrebbe essere il suo anno. Attualmente è protagonista dell’attesissima terza stagione di True Detective, nei panni dell’allucinato Detective Hays, impegnato in un enigmatico e intricatissimo caso di rapimento, ed è al cinema con Green Book, film per il quale è stato nuovamente candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista e secondo i pronostici è il favorito della sua categoria. La seconda statuetta potrebbe essere una definitiva conferma del talento dirompente e innovativo di quest’attore che in pochi anni ha lasciato un’impronta profonda nel cinema e nella televisione, senza abbandonare la sua umiltà e senza perdere mai la sincerità di uno sguardo intenso e inimitabile.
Cesare Bisantis