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Michael Nyman alla Festa di Roma: "Vivo tra Città del Messico e...Milano"

Il compositore britannico Michael Nyman, famoso per tantissime colonne sonore come Lezioni di piano, Gattaca, Fine di una storia e I misteri del giardino di Compton House, è stato protagonista di uno dei tanti Incontri Ravvicinati della Festa del Cinema di Roma.

Una lezione di cinema densa e fascinosa, in cui Nyman si è soffermato sui processi produttivi del suo lavoro restituendoli come una sorta di ragnatela di stimoli sempre sul punto di trovare un’esplosione (il musicista ha confessato di muoversi con una macchina da presa portatile sempre dietro).

Ecco le sue dichiarazioni salienti.

Peter Greenaway

Mi disse: gli eventi sono una cosa, il cinema un’altra. Avevo girato bobine su bobine su bobine ma lui mi disse di tornare a girare, all’epoca ero molto amico di Greenaway. Durante questi spostamenti mi sono imbattuto in Allen Ginsberg con mia somma gioia. Negli anni successivi ho continuato a catturare istintivamente sia immagini che suoni.

L’ispirazione

A volte arriva subito, altre volte no, non c’è una regola. Per Wonderland feci subito, mentre per altri film come Lezioni di piano o I misteri del giardino di Compton House ci ho messo una vita, perché a volte i registi non capiscono un accidenti di quello che vogliono, con tutto il rispetto. A volte parto con una tela bianca, per rendere l’idea, e poi si procede con molta lentezza. Ho partecipato a alla composizione della musica per Goodbye Lenin e ci abbiamo messo tre mesi a cercare di azzeccare la giusta colonna sonora, era sempre sbagliata. Il regista mi diceva che era bella, poi la provava sulle immagini del film e invertiva la rotta: mi spiace, è sbagliata Michael, ricomincia.

Le immagini commentano la musica?

Il film è sempre la prima cosa su cui io lavoro in maniera prioritaria, la musica viene aggiunta come livello secondario.

Milano mia

Io vivo tra Città del Messico e Milano e vado sempre in giro con una macchina da presa per poter riprendere. A Città del Messico mi ritrovo sempre davanti situazioni particolari da immortalare, mentre a Milano non succede mai niente. Milano è Milano, dopotutto!

L’aforisma

L’occhio si attiva quando c’è qualcosa che il suo pensiero non è riuscito a pianificare.

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