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Milano Film Festival 2016 – Nella sezione "Under Screen" arriva il curioso caso di Manuel Abramovich

Non tutti i bambini di dieci anni sono capaci di presentarsi in una trasmissione televisiva e sproloquiare con nonchalance di livelli di coscienza, vita dopo la morte e ricordi antecedenti al parto. A Flavio Cabobianco, nell’Argentina dei primi anni ’90, viene attribuita la stesura del best seller New Age Vengo del sol. Cosa accadrebbe se un regista volesse raccontare l’attuale prospettiva dell’allora enfant prodige?

Manuel Abramovich, noto al pubblico per il cortometraggio del 2013 La Reina, crea involontariamente un film documentario estremamente fuori dagli schemi nel quale è il protagonista Flavio, ribellatosi dopo un anno di riprese, a impossessarsi delle redini della pellicola. Le sue mani sostengono una camera che non è in grado di manovrare, le sue parole orientano la narrazione generando una straniante situazione di ribaltamento. Cabobianco prende le distanze da se stesso come prodotto editoriale e filma la propria vita, dando modo allo spettatore di sbirciare la sua banale quotidianità e addentrarsi nel rapporto triangolare con madre e fratello. Abituati a un documentario in cui il regista non si mostra e in cui i microfoni sono ben nascosti, Solar darà una scossa ai cliché, svelando quello che solitamente tutti nascondono con cura dietro il sipario.

Solar – Manuel Abramovich, Argentina, 2016, 75’ [17.00 @ MIMAT]

 

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