Venerdì 29 settembre alle ore 19.00 si inaugura la mostra fotografica, “Antonioni – Archeologia del set“, a cura di ETICAARTE e Istituto LUCE Cinecittà. BASE ospita una sezione di immagini scattate tra il 1959 e il 1964 da Enrico Appetito, fotografo di scena di Michelangelo Antonioni per L’avventura e Il deserto rosso. Ad accompagnare l’esposizione fotografica sarà presente un ciclorama che accoglie la proiezione-installazione del “filmosofema” di Emiliano Montanari (con la collaborazione di Enrico Ghezzi) Return to white EYELAND (dall’oltrecinema) che include Inserto girato a Lisca Bianca, il film breve realizzato da Michelangelo Antonioni al ritorno sull’isola set del suo film L’avventura – e l’Archeologia del set, oltre ai vari Falsiritorni rifilmati da Enrico Ghezzi sul set medesimo.
Enrico Appetito fu uno dei fotografi di scena più attivi e celebri del cinema italiano e dei suoi set, scomparso nel 2003 a 67 anni mentre lavorava per il film di Carlo Verdone L’amore è eterno finché dura. Durante la sua carriera cooperò con molti registi tra cui Mario Monicelli, Renato Castellani e Alberto Sordi e grazie alla sua collaborazione con Antonioni abbiamo oggi la possibilità di entrare nel suo mondo, potendo osservare i dettagli, i ripensamenti e il processo creativo che si cela dietro le opere complete del grande “regista dell’incomunicabilità”.
Una prima parte della mostra è dedicata allo spazio e alla natura de L’avventura, elemento chiave di un film complesso, costruito da un trama scarna e una non convenzionale struttura narrativa: la pellicola inizia con il mistero della scomparsa, durante una gita in barca a Lisca Bianca, della giovane borghese Anna (Lea Massari), ma anziché arrivare a una possibile soluzione, Antonioni fa lentamente scaricare la tensione fino al punto in cui perfino i personaggi stessi accetteranno e convivranno con la sparizione. Ed è proprio questo che interessa al regista, non tanto i fatti in sé, quanto le conseguenze che essi hanno sull’intimità dei suoi personaggi e “l’avventura” che l’animo umano intraprende a causa di un evento inusuale, come la scomparsa di Anna.
Una seconda parte della mostra analizzerà il rapporto tra l’ambiente e l’uomo nella città, tema centrale de Il deserto rosso, lungometraggio in cui la protagonista Giuliana (Monica Vitti) rappresenta quel senso di depressione e inquietudine esistenziale generato dalla vita nel mondo post-industriale. Ambientato a Ravenna, la città diventa un deserto senza fine, popolato da personaggi in continuo movimento, da lavoratori che ostinatamente proseguono senza chiedersi il perché. Il ritmo lento del film aiuta lo spettatore a entrare nella psicologia dei personaggi, così come le fotografie di Enrico Appetito permettono di capire il senso di alienazione umana nella città moderna che Antonioni pone alla base del suo lavoro.
Al fine di omaggiare al meglio l’opera del grande regista, alle 22.30, nella Sala Grande di BASE, si terrà un concerto-evento a cura di Boosta con la regia di Tiziano Russo dal titolo Attraverso il deserto, il Deserto Rosso, dove le immagini e le voci del capolavoro di Antonioni saranno accompagnate da una colonna sonora sporca, suonata dal vivo.