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Milano Film Festival, giorno 4 – Il quinto gruppo di cortometraggi in concorso

La domenica del Milano Film Festival offre un programma ricco e denso nel quale non poteva mancare la sezione dedicata ai cortometraggi. Alle ore 16.30 nella sala grande dello spazio BASE viene proiettato il gruppo H.

La regista coreana Hayoun Kwon torna al Milano Film Festival con il cortometraggio 489 Years per raccontare le memorie di un soldato nella zona demilitarizzata tra le due frontiere coreane. Quello della memoria è un tema molto caro alla regista che in quest’occasione sfrutta il 2D e il 3D per animare la soggettiva del protgonista che rivive i suoi ricordi, tra meraviglia per la natura e momenti di puro terrore.

La giovane regista portoghese Salomé Lamas continua a sperimetare la rappresentazione dell’effetto del tempo sull’uomo. Coup De Grâce è un audace indagine sul meccanismo delle relazioni umane attraverso il mezzo cinematografico: musica invadente e inquadrature opprimenti scandiscono la visita inaspettata di Leonor al padre Fernando.

Dopo Venezia e Toronto, Mon Amour, Mon Ami di Adriano Valerio arriva al Milano Film Festival. Il documentario affronta il tema dell’immagrazione in modo originale e trasversale: Daniela e Fouad si incontrano a Gubbio e tra i due nasce un’amicizia che si complica quando l’uomo, originario di Casablanca, deve trovare il modo di procurarsi un persmesso di soggiorno.

State of Emergency Motherfucker, di Sebastian Petretti, riflette sulla politica del suo Paese con una commedia tutta dialoghi e battute d’effetto che critica le misure antiterrorismo adottate dal Belgio dopo gli attentati avvenuti negli ultimi anni.

Mentre riordina gli effetti personali della moglie da poco deceduta, Wang trova qualcosa che lo porta ad interrogarsi sull’identità della donna con la quale ha passato quasi tutta la sua vita. Con Vibration, Bareun Jo si interroga sui concetti di fiducia e sincerità alla base delle relazioni umane.

 

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