La giornata di martedì 3 ottobre del Milano Film Festival si divide tra gli appuntamenti horror con il cinema di Justin Benson e di Aaron Moorhead e la denuncia sociale del ciclo Colpe di Stato, in collaborazione con Naga e Cantiere, che prenderà avvio alle 17.00 presso BASE – Spazio A – Sala Grande con una rassegna di cortometraggi e con la consegna del premio ABBA a Michele Cinque per Jululu (2017).
L’ultima opera di Cinque, specializzato nella produzione di documentari a tema musicale, si sviluppa come una poetica testimonianza sulla tragedia del caporalato nelle campagne foggiane, raccontando questa moderna forma di schiavismo attraverso il carismatico ritratto di Yvan Sagnet, ingegnere, autore del romanzo autobiografico Ama il tuo sogno e promotore del primo sciopero dei raccoglitori di Nardò.
Con il contributo di Emergency, il discorso si sposterà poi sull’analisi delle reti malavitose coinvolte nel traffico e nello sfruttamento del capitale umano grazie alla testimonianza di Rolando. Un padre contro la ‘ndrangheta (2017). Diretto da Mario Molinari e Mimmo Lombezzi, giornalisti e autori televisivi, il corto si presenta come un’indagine del sottobosco criminale che infesta gli appalti edilizi nella riviera ligure; un lucido dramma visto attraverso gli occhi dei coniugi Fazzari, colpiti dalla scomparsa del figlio Gabriele, morto in cantiere a diciotto anni.
A stemperare un poco l’atmosfera interverrà poi l’ironia di La macchia (2017) di Luca Cusani, un dialogo surreale che, appellandosi alla comica metafora di un’indecifrabile malattia, porta in scena un’irriverente riflessione sullo ius soli e sull’Italia contemporanea.
Terminata la rassegna di corti appena illustrata, Colpe di Stato proseguirà poi alle ore 20.00 al MUDEC, con la proiezione del lungometraggio Machines (2016) di Rahul Jain.
Premiato come Miglior Fotografia al Sundance Film Festival, l’ultimo lavoro del cineasta indiano è un documentario ambientato nelle fabbriche tessili di Gujrat, nell’India occidentale, che trova nella pulizia formale della sua messa in scena il perfetto contraltare per la brutale realtà con cui si rapporta. Soffocanti e spersonalizzanti, gli ambienti del racconto divengono assoluti protagonisti di un mondo in cui la differenza tra macchine e individui pare ormai irrimediabilmente corrotta. Mirabile la composizione dei quadri e lo studio dei movimenti di macchina, eccelso il montaggio sonoro.
Il cammino civile del Milano Film Festival conoscerà, infine, un’ulteriore tappa tappa nella giornata di sabato 7 ottobre, con la presentazione del lungometraggio austrico Untitled (2017) di Monika Willi, sempre al MUDEC.