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Workshop Paolo Sorrentino: i vostri elaborati

Al termine del workshop dedicato al cinema di Paolo Sorrentino, abbiamo chiesto ai partecipanti di redigere un elaborato su una sequenza a scelta diretta dal regista statunitense. Ecco i lavori dei corsisti:

 

LE DONNE CHE ASPETTANO di Serena Pasinetti

Analisi delle due sequenze finali di This Must Be the Place (TMBTP) e Youth (Y), in particolare le sequenze con le due figure femminili, in entrambi i casi le  due donne alla finestra che “aspettano”.

 

Le donne nell’arco della loro vita molto spesso “aspettano”: aspettano un bambino, aspettano i figli lontani o semplicemente usciti la sera, aspettano il grande amore, aspettano un compagno che torna a casa, aspettano di realizzare sogni.

Devo subito dire che una delle due donne mi ha richiamato l’altra e viceversa, entrambe alla finestra ed entrambe in attesa, con alcune profonde differenze che comunque alla fine le associano. E sono stata felice quando le ho viste vicine nella bellissima clip finale del corso.

In TMBTP la donna alla finestra in attesa del figlio, collegata dalla scena precedente a    Cheyenne da una sigaretta, è dapprima chiusa in un viso doloroso e poi alla vista di lui, ripulito, si apre in un sorriso che contiene tutta la caduta emotiva della tensione di chi finalmente ritrova il figlio che ha atteso a lungo, da troppo tempo. Cade anche la cornetta del telefono. Il telefono, grande strumento di attesa delle madri. E lo sguardo tra i due si apre in un sorriso di entrambi, che dice tutto il piacere di essersi ritrovati, senza parole, le parole sono fuori di loro, come spesso accade con Sorrentino, le parole sono esterne.

E la voce narrante parla di sogni.

Per i due che si incontrano è forse un inizio.

Altra donna in Youth, questa volta una donna di cui non vediamo il volto se non alla fine della sequenza. Una donna che capiamo subito affetta da demenza senile perché il marito le parla rivolgendosi a noi e confessandosi, in un modo tipicamente sorrentiniano, con il volto al pubblico. La moglie è stata tutto pet lui, per la sua carriera, e il grande direttore d’orchestra esprime un grande atto d’amore per lei, che è anche un rimpianto di non aver più suonato perché lei non cantava più con lui.

Confessa la sua debolezza di averla “accusata” di essersi ammalata e di averlo lasciato solo.

La donna alla finestra viene sempre inquadrata da dietro e quando la vediamo di fronte il viso è vuoto, che cosa aspetta? Forse solo la morte. La mano appoggiala al davanzale sembra voler dare uno stacco, pronta per la partenza.

Ma anche in questo incontro, che non è fatto di sguardi, ma di un racconto “confessato” da lui, “narrato” alla memoria svanita di lei, c’è un inizio.

Lui ricomincia a dirigere. La sequenza finale è infatti il grande concerto che si era rifiutato di fare e che ora dirigerà.

Mentre l’amico regista ha deciso di smettere, di togliersi la vita, lui decide di ricominciare, dopo aver “ritrovato” la moglie o meglio i ricordi del passato con lei.

Le due donne di TMBTP e di Y sono un grande omaggio, a mio parere, di Sorrentino alla figura femminile, a questa capacità di saper aspettare.

In TMBTP più coscientemente che in Youth, ma i due uomini tornano, scendendo dai loro piedestalli, attraverso una ricerca del passato, di radici l’uno e di sogni infranti l’altro.       

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