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Workshop sul genere horror: i vostri elaborati

Al termine del nostro workshop sul cinema horror, abbiamo dato ai partecipanti la possibilità di scrivere un’analisi a loro scelta sul cinema relativo al genere di cui abbiamo parlato. Ecco di seguito un saggio particolarmente interessante relativo al genere horror!

 

Elisa Teneggi

CESARE E FRANK-N-FURTER – L’HORROR COME STORIA DI CORPI EVERSIVI

 

Le luci si fanno soffuse, o almeno così ci aspetteremmo. Lo spettacolo inizia. I curiosi convenuti alla fiera di Holstenwall, paesino della Germania del 1830, fanno ressa vicini, sempre più vicini al palco del Dottor Caligari, il quale ha promesso di mostrar loro le meraviglie del suo gabinetto. Noi procediamo con loro, e anche oltre: la fotografia si illumina suadentemente, portandoci faccia a faccia con Cesare, il Sonderobjekt – letteralmente: “oggetto strano” – protagonista di questo show del perturbante. L’inquadratura non lascia scampo, l’unico pertugio che ci è rimasto è un oblò fissato sul volto di questi, che ci viene descritto come un sonnambulo perennemente immerso in una notte oscura. Solo Caligari ha il potere di risvegliarlo per un breve istante, facendogli muovere qualche passo. Dall’altra parte del mondo, qualche decennio più tardi, due giovanotti americani si sono appena giurati eterno amore: i loro nomi sono Brad Majors e Janet Weiss. Decisi a sposarsi, si mettono in viaggio per andare a far visita a un comune professore universitario grazie al quale si erano conosciuti ai tempi del college. Improvvisamente, scoppia un acquazzone, l’automobile va in panne, e si trovano costretti a prendere riparo nel posto più asciutto e vicino possibile. Bussano così al portone di un oscuro castello, piombando, non invitati, sull’esclusiva festa di compleanno che lo scienziato alieno Frank-N-Furter – bisessuale, transessuale, travestito; proveniente dal pianeta di Transexual Transilvania – ha organizzato per celebrare la riuscita creazione di Rocky Horror, altresì detto l’amante perfetto; dove gli intrusi sono sempre ben accetti. Il gabinetto del Dottor Caligari (Robert Wiene, 1920) e The Rocky Horror Picture Show (Jim Sharman, 1975; più che film horror, prodotto crossover che sfrutta le situazionalità dell’horror) sono solo due tra i molti possibili esempi di come il mezzo cinematografico abbia saputo inglobare e far proprio il topos del corpo alieno in senso lato, estraniante – dunque pauroso, sconvolgente, capace di far perdere la ragione a chi lo incontra –, che già aveva riempito le pagine della letteratura occidentale in ogni possibile epoca e genere. Eppure in questa coppia di film vengono messi in mostra due soggetti singolarmente simili per presentazione ed effetto sugli altri personaggi. Cesare e Frank-N-Furter appaiono legati fin dal loro ingresso in scena: a una breve panoramica ancora poco abbozzata della loro fisicità subentra immediatamente un primissimo piano sul volto, per poi proseguire con brevi sequenze di descrizione del modo tutto particolare di tali corpi di rapportarsi con l’ambiente circostante. Troviamo così da un lato il sonnambulo Cesare – in realtà paziente ricoverato in un ospedale psichiatrico, malignamente sfruttato da Caligari per scopi scientifici senza scrupoli –, che riesce pian piano a riemergere dal profondissimo sonno sgranando gli occhi fino allo spasimo mentre il resto del viso rimane impassibile; e dall’altro Frank, che entra in scena a ritmo di musica e preferisce presentarsi da sé quale “dolce travestito”, spigliato, ammiccante, seducente e ironico nelle sue espressioni che sembrano provenire da un repertorio frutto di anni di esercizio allo specchio. Entrambi sono truccati: cerone compatto al posto del fondotinta; pesanti strati coprenti su labbra (rosso, per Tim Curry; presumibilmente nero per Conrad Veidt) e occhi. Questi ultimi, in particolare, appaiono trattati in maniera diversa: il trucco dello scanzonato travestito vuole infatti esagerare il make up femminile, andando altresì a smussare le prominenti fattezze maschili. Quello del sonnambulo, invece, è di ispirazione espressionista: si sviluppa soprattutto al di sotto dell’occhio, e ripercorre le sagome delle occhiaie, rendendole geometriche e angolari. Per quanto riguarda il movimento nello spazio, Frank è caratterizzato fin da subito come dinamico, instancabile, vero re della scena, che addirittura ostacola o direziona l’azione altrui. Cesare, al contrario, può muoversi solo quando l’ipnotista Caligari glielo permette, e comunque sempre in certi limiti imposti. Avanza lentamente sul palco, non uso alla deambulazione, e la sua gestualità appare innaturalmente schematica, al limite della stasi. Solo quando si imbarcherà nottetempo in oscure missioni aumenterà la velocità di spostamento, conservando però alcuni aspetti riconducibili a un’inquietante irregolarità motoria: il sonnambulo è colui che, all’oscuro della sua stessa volontà, è inviato a compiere efferati omicidi, e per giungere sui luoghi dei delitti sguscia per le strade sghembe della cittadina con le movenze di un ballerino classico, tanto attaccato alla scenografia da fondersi con essa. Il vestiario, altro componente significativo della fisicità di un corpo, assume parimenti una funzione semiotica. Alla calzamaglia e dolcevita neri di Veidt fanno eco le mille trovate dei costumisti di Curry, che per vestire l’attore compongono un mix strabordante di lingerie, tacchi, e iconica collana di perle. I due outfit ottengono parimenti l’effetto desiderato: la netta contrapposizione con quanto, nei rispettivi casi, risultano essere le convenzioni dell’abbigliamento borghese. Viene dato in questo modo il tocco finale al ritratto di quelli che, per l’estrema eversività delle proprie caratteristiche, risultano essere dei veri e propri freak. Due corpi quindi spudorati, che si inseriscono nella compagine sociale dei rispettivi tempi nel loro “esserci” senza compromessi, immettendovi una decisa critica allo status quo: e se Cesare vuole essere metafora del rischio estremo che tutto il popolo tedesco corre nell’anno di uscita del film, quando i populisti affabulatori cavalcano l’onda della crisi socio-economica interguerra, Frank-N-Furter è la riscoperta delle potenzialità, e dei diritti, della fisicità negli Stati Uniti post-Sessantotto. Due corpi che dunque si pongono come emissari di altri mondi, censurati dalla società in quanto percepiti come minacciosi: rispettivamente, le tenebre insondabili dell’inconscio e quanto sta al di là della repressività puritana d’America. Resta infine provato, in ambedue i film, come lo strumento del corpo alieno possa annoverarsi a buon diritto tra i fiori all’occhiello dell’horror (o pseudo-horror, come nel nostro caso). La contaminazione, una volta incontratolo, è irreversibile: la giovane coppietta di fidanzati tocca con mano le gioie del piacere sessuale fine a se stesso, rompendo la castità pre-matrimoniale; mentre Francis, il narratore attraverso il quale veniamo a conoscenza, a posteriori, della vicenda di Caligari, perde il senno. Verrà internato a sua volta nell’ospedale psichiatrico dove già risiedono Cesare stesso e Jane, la sua amata; condannato a delirare in eterno sul Dottor Caligari, senza più riuscire a distinguere la realtà dalla suggestione.

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