Arancia meccanica
A Clockwork Orange
1971
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Generi
Fantascienza, Drammatico
Durata
136 min.
Formato
Colore
Regista
Stanley Kubrick
Attori
Malcolm McDowell
Patrick Magee
Michael Bates
Warren Clarke
Adrienne Corri
Aubrey Morris


Inghilterra, futuro prossimo. Alex De Large (Malcom McDowell), insieme ai suoi amici drughi, pratica la "amata ultraviolenza”: picchiano gli uomini, violentano le donne e finiscono addirittura per ucciderne una. Alex viene arrestato per omicidio e condannato a un lungo periodo di detenzione. Dopo un paio d'anni accetta di entrare a far parte del programma “cura Ludovico”, un nuovo metodo di lavaggio del cervello pensato dal governo per combattere la criminalità.

Basterebbe soltanto la prima sequenza per capire la straordinaria portata narrativa ed espressiva di Arancia meccanica: dallo sguardo in primo piano di Alex, che si rivolge direttamente agli spettatori, la macchina da presa indietreggia per mostrarci la scenografia, pop e depravata, del Korova Milk Bar, mentre il protagonista introduce se stesso e i suoi compagni al pubblico. Un'indimenticabile sinfonia sulla (ultra)violenza insita nella mente umana, la pellicola è una spietata parabola sul libero arbitrio che contiene un forte dilemma morale (è meglio imprigionare una persona o trasformarla in una robotica “arancia meccanica”?) già presente nell'omonimo romanzo di Anthony Burgess da cui il film prende ispirazione. Dopo la fantascienza filosofica e futuristica di 2001: Odissea nello spazio (1968), Kubrick punta qui su una fantascienza distopica, prossima e dagli ampi risvolti sociologici: il regista (che aveva da poco lasciato New York, spaventato dalla criminalità urbana, per trasferirsi nella campagna inglese) non poteva prevedere l'aumento di violenze, nel Regno Unito, in qualche modo connesse alle suggestioni della pellicola, e che destarono grandi polemiche, tanto da portare l'autore a scegliere di impedirne la circolazione per diversi anni. A rendere Arancia meccanica una pietra angolare degli anni Settanta, oltre alla eccezionale maestria tecnica, è il memorabile personaggio principale (interpretato da un Malcom McDowell semplicemente perfetto), appassionato allo stesso tempo sia di stupri che della musica di Beethoven. Nonostante l'efferatezza delle azioni mostrate, chiudere gli occhi di fronte a un'opera di questa portata è praticamente impossibile e... non c'entrano gli effetti della “cura Ludovico”. Quattro nomination agli Oscar (tra cui quelle per il miglior film e per il miglior regista) e nessun premio vinto.


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