Attenti al gorilla
2019
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Luca Miniero
Attori
Frank Matano
Cristiana Capotondi
Pasquale Petrolo (Lillo)
Francesco Scianna
Diana Del Bufalo
Lorenzo, un avvocato fallito (Frank Matano), sta per divorziare dalla moglie (Cristiana Capotondi), anche lei avvocato. Per ripicca verso l’ormai prossima ex consorte decide di fare causa allo zoo della città, la vince ma dovrà portarsi a casa un vero gorilla…

Imbarazzante film per famiglie diretto da Luca Miniero, Attenti al gorilla è senz’altro il punto in assoluto più basso della carriera del regista napoletano. Il titolo evoca una canzone di Fabrizio De André, che però non c’entra nulla col prodotto finito, la cui idea di partenza, a detta del cineasta, è quella di una sentenza americana che ha riconosciuto il gorilla come “persona non umana”. Il primate protagonista, intento a canticchiare Gelato al cioccolato di Pupo, originario di Calate Brianza e con una passione per Polenta e Cassoeula (sic), viene trapiantato all’interno di una famiglia piena di problemi e incomprensioni, ma il risultato è un indifendibile minestrone di buoni sentimenti stracotti, ammiccamenti all’attualità e/o populisti messi in bocca senza colpo ferire alla disastrosa voce interiore del gorilla, doppiato da Claudio Bisio, e qualche battuta, ovviamente fuori luogo, più in linea con la sensibilità caustica e demenziale di Frank Matano, decisamente poco a suo agio nei panni di un uomo con punte di misantropia. Un’accozzaglia indigesta e controproducente, nella quale non si ride mai nemmeno per sbaglio, regnano sovrani lo spaesamento e lo sconcerto tra un momento pecoreccio e l’altro e le gag, che non risparmiano nemmeno Cristiano Ronaldo e Kim Jong-un, sono una più sfilacciata dell’altra. Il personaggio di Cristiana Capotondi, che parla tra sé e sé incarnando lo stereotipo della donnina frigida, con l’attrice romana impegnata in un accento salernitano posticcio e lontanissimo dalle sue corde, è forse il nadir di un’operazione che raschia in troppi punti il fondo del barile, trascinandosi mestamente fino al melenso epilogo. Scritto dal regista insieme e Giulia Gianni e Gina Neri.
Maximal Interjector
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