Ayka
Ayka
2018
Paesi
Russia, Germania, Polonia, Kazhakistan, Cina
Genere
Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Sergei Dvortsevoy
Attore
Samal Yeslyamova
Nella Russia contemporanea, la clandestina Ayka (Samal Yeslyamova) diventa madre senza avere un tetto né un lavoro che le permettano di sopravvivere. Costantemente perseguitata da alcuni di strozzini, la donna fugge dall'ospedale sapendo di non poter mantenere il suo bambino. A dieci anni di distanza dal precedente Tulpan – La ragazza che non c'era (2008) Sergei Dvortsevoy firma un'opera estrema e claustrofobica che conduce violentemente lo spettatore nella vita del tutto squilibrata di una giovane madre alla ricerca di un'ancora di salvezza. Ayka, appena dopo aver partorito, per sopravvivere si inabissa in una macabra spirale priva di una via di uscita: dalla fuga dall'ospedale in un crescendo di terribili azioni dettate dall'estrema povertà in cui si trova. Il regista segue il suo personaggio in maniera molto ravvicinata per ricreare il sentimento di affanno che incombe come la peggiore di tutte le minacce. Nulla di originale o di sorprendente, senza contare poi che la scrittura cinica del film eccede decisamente nel ricattatorio dando vita a un gioco al massacro di cui non si sentiva l'esigenza. Privo inoltre di un finale calibrato ed esaustivo, il film semina qua e là qualche intuizione interessante (il confronto con la maternità degli animali in cura dal veterinario, lo sguardo politico della Russia odierna attraverso la parabola di un'immigrata) senza tuttavia riuscire a raccoglierne i frutti entro la fine del minutaggio. Notevole la prova attoriale di Samal Yeslyamova, alle prese con una performance fisica ed estenuante, premiata come miglior attrice al Festival di Cannes 2018.
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