Boccaccio '70
1962
Paesi
Italia, Francia
Generi
Commedia, Grottesco
Durata
205 min.
Formato
Colore
Registi
Mario Monicelli
Federico Fellini
Luchino Visconti
Vittorio De Sica
Attori
Germano Gilioli
Marisa Solinas
Peppino De Filippo
Anita Ekberg
Tomas Milian
Romy Schneider
Romolo Valli
Sophia Loren
Luigi Giuliani
Annarosa Garatti


Film a episodi. In Renzo e Luciana (Mario Monicelli) due novelli sposi lombardi (Germano Gilioli e Marisa Solinas) devono tenere nascosta la loro relazione per non rischiare il posto di lavoro; ne Le tentazioni del dottor Antonio (Federico Fellini) un cattolico e moralista inflessibile (Peppino De Filippo), turbato dalla provocante figura di una donna presente in un cartellone pubblicitario (Anita Ekberg), è vittima di surreali allucinazioni; ne Il lavoro (Luchino Visconti) un'affascinante donna alto borghese (Romy Schneider) pretende un compenso per ogni prestazione sessuale richiesta dall'agiato marito fedifrago (Tomas Milian); ne La riffa (Vittorio De Sica) una prosperosa ragazza (Sophia Loren) si offre come premio di una lotteria di paese per aumentare i miseri guadagni.

Poliedrico affresco socio-culturale diviso in quattro atti che illustra con lucido sarcasmo l'approccio alle tematiche sessuali e la loro evoluzione (?) nell'Italia del boom economico, Boccaccio '70 si inserisce nell'affollato filone delle pellicole a episodi tanto di moda nel panorama cinematografico italiano dei primi anni '60, distinguendosi dalle omologhe produzioni del periodo per ambizione, cura formale e rilevanza artistica. Efficace il ritratto di una provincia bigotta segnata dal pregiudizio e dall'ossessiva dipendenza dal lavoro proposto da Mario Monicelli, che restituisce l'aria dell'epoca nella geometria degli edifici, nella calca dei locali da ballo e, soprattutto, nella sequenza dell'affollata piscina, così iperrealistica da sfociare nel fantastico. Un ispirato Federico Fellini, invece, ha realizzato un apologo grottesco sull'ossessiva presenza del corpo femminile (incarnato dalla sensuale Anita Ekberg che cita se stessa richiamando La dolce vita del 1960) nei mass media, nei giornali e, segnatamente, nella pubblicità, mettendo alla berlina i sogni erotici repressi di una società intrisa di opprimenti retaggi religiosi. Luchino Visconti si muove con la consueta eleganza in un ambiente a lui congeniale, in cui però la corruzione morale e il ribaltamento dei ruoli vittima/carnefice risultano troppo blandi per essere davvero incisivi. Il segmento di Vittorio De Sica si regge tutto sulla prorompente presenza di una Sophia Loren all'apice della forma (fisica e non solo). L'ordine degli "atti" varia a seconda delle differenti edizioni (per il mercato estero venne eliminato l'episodio di Monicelli). Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.


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