Carmen y Lola
Carmen y Lola
2018
Paese
Spagna
Genere
Drammatico
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Arantxa Echevarría
Attori
Zaira Morales
Rosy Rodriguez
Carolina Yuste
Moreno Borja
Rafaela León

Carmen (Rosy Rodriguez) è un'adolescente della periferia di Madrid, il cui destino sembra già segnato: membro della comunità gipsy, dovrà sposarsi e dare alla luce il maggior numero di figli possibile. Un giorno Carmen incontra Lola (Zaira Morales): gitana come lei, Lola non vuole arrendersi alle imposizioni della propria tradizione. Tra le due ragazze, tanto opposte quanto simili, nascerà una complicità così profonda da spingerle a compiere un passo importante, ma inevitabile: allontanarsi dalle loro famiglie.

Opera prima della regista basca Arantxa Echevarría, Carmey y Lola è un esordio che s’immerge nel microcosmo gitano di Madrid per mettere in scena lo sbocciare delicato di un amore negato, portato sullo schermo da due giovani attrici non professioniste e anch’esse alle prese con la loro prima esperienza cinematografica. Muovendosi con un andamento soffuso e tenue all’interno di una comunità relegata ai margini della società spagnola e in cui regnano incontrasti i dettami del patriarcato più ottuso, la regia si dimostra attenta nel tratteggiare il contesto sociale e le sue storture, ma anche nel valorizzare i barlumi di sentimento della propria storia, graziata da giovani interpreti molto aderenti ai propri ruoli e dotate di un carisma istantaneo e non trascurabile. La struttura narrativa, in compenso, è talvolta eccessivamente pigra e trattenuta, tanto nelle scelte formali, che si appoggiano senza troppo nerbo ai consueti e ritriti dettami del “cinema del reale”, quanto nel delineare didascalicamente dei turbamenti dai tratti acerbi e adolescenziali, tra mani sfiorate e sigarette fumate di nascosto. Molti dei dettagli proposti colpiscono per paradossalità (il fidanzamento con un ragazzo col quale è proibito sentirsi persino per telefono) e la scoperta dell’altro sesso in ottica queer e LGBT è senz’altro rappresentata con pudore e pertinenza, tra ansia di affrancamento e desiderio di conquistare il diritto ai propri sogni, ma la sensazione è che la resa complessiva avrebbe avuto bisogno di maggior coraggio e maturità per andare oltre una buona confezione, toccante e misurata ma spesso inerte e poco guizzante. Anche il finale, con il consueto approdo al mare delle due protagoniste nell’ultima inquadratura, difetta di originalità ed è un cliché del quale si poteva fare a meno. Presentato al Festival di Cannes 2018 nella sezione Quinzaine des réalisateurs e vincitore di due Goya come miglior opera prima e miglior attrice non protagonista (Carolina Yuste).

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