Il complotto di Chernobyl – The Russian Woodpecker
The Russian Woodpecker
2015
Paesi
Ucraina, Gran Bretagna, Usa
Genere
Documentario
Durata
80 min.
Formato
Colore
Regista
Chad Gracia
Fedor Alexandrovich, un artista ucraino, aveva solo quattro anni quando avvenne il disastro di Chernobyl. All’epoca viveva poco distante dalla centrale nucleare e una volta adulto, trent’anni dopo, decide di indagare su una catastrofe ancora avvolta nel mistero. Le sue ricerche lo porteranno a concentrarsi sulla Duga, un gigantesco e misterioso sistema radar costruito dai sovietici nei pressi della centrale nucleare, che potrebbe non essere estraneo allo scoppio del reattore. E se non fosse stato un incidente? Da questa domanda parte Alexandrovich per le sue ricerche e da qui inizia il potente documentario di Chad Gracia, esordiente che ha deciso di seguire l’artista ucraino nelle sue indagini. La Duga, che produceva un rumore ripetitivo simile al battere ritmico di un picchio sul legno, era un'enorme antenna dagli scopi all'epoca non chiari: c'era chi sosteneva fosse un radar a lungo raggio, chi diceva servisse a interferire con le comunicazioni occidentali e chi azzardava l'ipotesi fantasiosa che fosse uno strumento di controllo del pensiero. Nella visione di Feodor, quell’antenna che in seguito si rivelerà essere un radar non funzionante, potrebbe aver indirettamente causato il disastro, attraverso una complessa pista che conduce fino alle alte sfere di Mosca. Semplice paranoia di un folle artistoide o resoconto dettagliato di un gigantesco complotto tenuto nascosto per decenni? Può essere entrambe le cose Il complotto di Chernobyl – The Russian Woodpecker, un documentario dalle sfumature thriller capace di inquietare e far riflettere per l’intera durata. Nel mezzo della rivoluzione ucraina, Alexandrovich dovrà scegliere se rivelare ciò che ha scoperto o rimanere in silenzio per evitare di mettere in pericolo se stesso e la sua famiglia: è a dir poco straziante vedere come il volto del protagonista, da fervente idealista a vittima del terrore di una nuova minaccia sovietica, cambi nel corso della sua investigazione. Unico grande disastro nucleare ufficialmente riconosciuto come un errore umano, Chernobyl viene indagato con grande spessore dal “detective” (Alexandrovich), un cameraman ucraino che rimane persino colpito durante gli scontri a fuoco e un regista che, quasi per caso, si trova a documentare un’inchiesta semplicemente sconvolgente. Da vedere, anche perché nonostante una certa enfasi di troppo in alcuni passaggi, i contenuti sono di primo livello, il ritmo serrato e l’inquietudine palpabile anche dal lato dello spettatore. Spaventoso il finale, quando il rumore del “picchio” torna a farsi sentire nel cuore della Russia. Premiato con il Gran Premio della Giuria al miglior documentario straniero durante il Sundance Film Festival 2015.
Maximal Interjector
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