The Dreamers – I sognatori
The Dreamers
2003
Paesi
Francia, Gran Bretagna, Italia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
130 min.
Formato
Colore
Regista
Bernardo Bertolucci
Attori
Michael Pitt
Eva Green
Louis Garrel
Robin Renucci
Anna Chancellor
Florian Cadion
Jean-Pierre Léaud
Jean-Pierre Kalfon
1968, Parigi: l'americano Matthew (Michael Pitt), studente alla Cinémathèque française, stringe amicizia con la francese Isabelle (Eva Green) e suo fratello Thèo (Louis Garrell). Approfittando dell'assenza dei genitori, i due invitano il loro nuovo amico a trasferirsi a casa loro. Inizierà così un rapporto decisamente ambiguo tra i tre: Matthew si innamorerà, ricambiato, di Isabelle, ma dovrà fare i conti con l'amore incestuoso che lega Thèo alla sorella.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Gilbert Adair, un'opera raffinata in cui Bertolucci riflette sulla sostanziale utopia e le ingenuità insite in ogni rivoluzione, destinate a confrontarsi con l'amara concretezza della quotidianità e lo sfaldarsi di illusioni spacciate per certezze. Una sorta di sequel di Prima della rivoluzione (film di Bertolucci del 1964) in cui i tre protagonisti esorcizzano le loro paure e la loro inadeguatezza verso un mondo che non comprendono e da cui scelgono di isolarsi attraverso il cinema e il sesso, due strumenti di conoscenza e scoperta del proprio essere corredato dai lati più oscuri, contraddittori e perversi. Ma lo sguardo di Bertolucci sui tre giovani, sprezzanti vitalità ma impauriti da ciò che sta al di fuori della quattro mura del loro volontario esilio, è profondo soltanto a tratti, e si abbandona a luoghi comuni, a scelte musicali banalotte (da Jimi Hendrix a Janis Joplin, passando per Bob Dylan) e a un erotismo esibito in maniera un po' compiaciuta. Notevole, in ogni caso la ricca selezione di citazioni cinematografiche, tutt'altro che gratuite (vengono riprese immagini, tra gli altri, da Scarface di Hawks del 1932, Bande à part di Godard del 1964, Mouchette di Bresson del 1967 e Luci della città di Chaplin del 1931). Buona la prova dei tre attori, specie di una splendida Eva Green esordiente e memorabile sia quando impersona la Dietrich di Venere bionda (1932) che quando si finge la Venere di Milo.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Gilbert Adair, un'opera raffinata in cui Bertolucci riflette sulla sostanziale utopia e le ingenuità insite in ogni rivoluzione, destinate a confrontarsi con l'amara concretezza della quotidianità e lo sfaldarsi di illusioni spacciate per certezze. Una sorta di sequel di Prima della rivoluzione (film di Bertolucci del 1964) in cui i tre protagonisti esorcizzano le loro paure e la loro inadeguatezza verso un mondo che non comprendono e da cui scelgono di isolarsi attraverso il cinema e il sesso, due strumenti di conoscenza e scoperta del proprio essere corredato dai lati più oscuri, contraddittori e perversi. Ma lo sguardo di Bertolucci sui tre giovani, sprezzanti vitalità ma impauriti da ciò che sta al di fuori della quattro mura del loro volontario esilio, è profondo soltanto a tratti, e si abbandona a luoghi comuni, a scelte musicali banalotte (da Jimi Hendrix a Janis Joplin, passando per Bob Dylan) e a un erotismo esibito in maniera un po' compiaciuta. Notevole, in ogni caso la ricca selezione di citazioni cinematografiche, tutt'altro che gratuite (vengono riprese immagini, tra gli altri, da Scarface di Hawks del 1932, Bande à part di Godard del 1964, Mouchette di Bresson del 1967 e Luci della città di Chaplin del 1931). Buona la prova dei tre attori, specie di una splendida Eva Green esordiente e memorabile sia quando impersona la Dietrich di Venere bionda (1932) che quando si finge la Venere di Milo.
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