Il fascino indiscreto dell'amore
Tokyo Fiancée
2014
Paese
Belgio
Generi
Commedia, Sentimentale
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Stefan Liberski
Attori
Pauline Etienne
Taichi Inoue
Julie LeBreton
Alice de Lencquesaing
Akimi Ota
Amélie (Pauline Etienne), nata in Giappone ma trasferitasi in Belgio fin da quando aveva cinque anni, torna nel paese del Sol Levante che le è rimasto sempre nel cuore e nel quale è decisa a integrarsi totalmente. Inizia a dare lezioni di francese e incontra Rinri (Taichi Inoue), un ragazzo giapponese del quale si innamora. Fin dal nome della protagonista, il film di Stefan Liberski sembra palesare una vera e propria dichiarazione di intenti: a un bel po' di anni di distanza dalla Amélie Poulain de Il favoloso mondo di Amélie (2001), ecco un altro tentativo di restituire l'universo poetico, surreale e un po' svagato di una ragazza originale, in questo caso sensibile e decisamente imbranata, dall'amore spassionato e totale per la cultura nipponica, a tal punto da voler diventare lei stessa giapponese. Il fascino indiscreto dell'amore però, curiosa e discutibile variante dell'originale e più letterale Tokyo Fiancée, non ha un briciolo del potere visionario del film di Jeunet e si accontenta di scivolare in maniera zuccherosa e piuttosto innocua nel coté sentimentale alle prese con la diversità culturale Oriente-Occidente, con tanto di inevitabili frizioni, tira e molla e riconciliazioni, il tutto condito da tonalità pastello e colori buffi e sgargianti. A partire dal romanzo Né di Eva né di Adamo di Amélie Nothomb, Liberski costruisce una fiaba leggerina e mielosa, che mischia insieme la commedia romantica, il fumetto e degli umori piuttosto curiosi da Nouvelle Vague cartoonesca, risultando nel complesso tanto delicato e gradevole quanto inconsistente e dimenticabile. Il finale del film ha subito delle modifiche non indifferenti rispetto al libro dovute al disastro di Fukushima, una catastrofe avvenuta durante le riprese che ha rischiato di mettere a repentaglio la realizzazione del film stesso e, a detta del regista, non poteva che influire sulla conclusione.
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