The Grandmaster
Yi dai zong shi
2013
Mubi
Paesi
Hong Kong, Cina
Generi
Biografico, Azione, Drammatico
Durata
130 min.
Formato
Colore
Regista
Wong Kar-wai
Attori
Tony Leung Chiu-wai
Zhang Ziyi
Chang Chen
Zhang Jin
Wang Qingxiang
Cung Le
Cina, anni Trenta. Ip Man (Tony Leung Chiu Wai), esperto nell'arte marziale del Wing Chun, è sfidato da Gong Er (Zhang Ziyi), figlia del maestro Gong Yutan (Wang Qingxiang). Il drammatico incedere degli eventi cambierà per sempre la vita della ragazza, innamorata di Ip Man, e di quest'ultimo, futuro istruttore di kung fu e simbolo della storia cinese.
Presentato alla Berlinale 2013 dopo otto anni di lavorazione, il film commercialmente più ambizioso di Wong Kar Wai segna il suo ritorno al cinema di genere a quasi vent'anni da Ashes of Time (1994), nonché l'insolita scelta di raccontare una figura cardine dell'iconografia orientale qual è Ip Man, celebre mentore di Bruce Lee. Senza mai tralasciare la sua personalissima estetica raffinata, Wong procede per episodi ed ellissi componendo un affresco sontuoso di vent'anni di Storia cinese che è, al contempo, uno struggente racconto intriso di nostalgia come un kolossal mélo d'altri tempi. La minuziosità di scenografie e costumi fa girare la testa, la fotografia incanta con i suoi colori ipersaturi alternati a toni più bui, mentre i combattimenti sono affidati al coreografo di Matrix (1999) Yuen Wo Ping. Ma, che sia una scena d'azione, un dialogo o uno dei repentini scorci storici che infiammano la narrazione, è Wong a imprimere la sua impronta inconfondibile: è così che un duello si trasforma in balletto d'amore o in sinfonia di morte tra i vagoni di un treno infinito, e il tramonto dei sogni e di un'epoca viene celebrato nel segno del grande Cinema, citando Leone e addirittura il tema musicale del suo C'era una volta in America (1983). In un trionfo della forma che è certamente manierismo, ma di alta classe. Cast strepitoso, a partire da un'intensa Zhang Ziyi. Nota: la versione internazionale è modificata di alcune parti e dura solo 122 minuti.
Presentato alla Berlinale 2013 dopo otto anni di lavorazione, il film commercialmente più ambizioso di Wong Kar Wai segna il suo ritorno al cinema di genere a quasi vent'anni da Ashes of Time (1994), nonché l'insolita scelta di raccontare una figura cardine dell'iconografia orientale qual è Ip Man, celebre mentore di Bruce Lee. Senza mai tralasciare la sua personalissima estetica raffinata, Wong procede per episodi ed ellissi componendo un affresco sontuoso di vent'anni di Storia cinese che è, al contempo, uno struggente racconto intriso di nostalgia come un kolossal mélo d'altri tempi. La minuziosità di scenografie e costumi fa girare la testa, la fotografia incanta con i suoi colori ipersaturi alternati a toni più bui, mentre i combattimenti sono affidati al coreografo di Matrix (1999) Yuen Wo Ping. Ma, che sia una scena d'azione, un dialogo o uno dei repentini scorci storici che infiammano la narrazione, è Wong a imprimere la sua impronta inconfondibile: è così che un duello si trasforma in balletto d'amore o in sinfonia di morte tra i vagoni di un treno infinito, e il tramonto dei sogni e di un'epoca viene celebrato nel segno del grande Cinema, citando Leone e addirittura il tema musicale del suo C'era una volta in America (1983). In un trionfo della forma che è certamente manierismo, ma di alta classe. Cast strepitoso, a partire da un'intensa Zhang Ziyi. Nota: la versione internazionale è modificata di alcune parti e dura solo 122 minuti.
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