La guerra lampo dei fratelli Marx
Duck Soup
1933
Paese
Usa
Generi
Commedia, Comico
Durata
68 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Leo McCarey
Attori
Groucho Marx
Harpo Marx
Chico Marx
Zeppo Marx
Margaret Dumont
Raquel Torres
Louis Calhern
Edmund Breese
Edgar Kennedy
Freedonia, Europa centrale. Per salvare il dissestato bilancio nazionale, il governo asseconda il volere della danarosa Gloria Teasdale (Margaret Dumont) e nomina come presidente assoluto l'instabile Rufus t. Firefly (Groucho Marx), coadiuvato dalle spie Pinky (Harpo Marx) e Chicolini (Chico Marx). L'inettitudine dei tre provoca una frattura con la vicina Sylvania: la guerra sarà inevitabile. Da un soggetto di Bert Kalmar e Harry Ruby, anche sceneggiatori insieme ad Arthur Sheekman e Nat Perrin (collaboratori ai dialoghi), una delle pellicole più compiute e dissacranti dei celebri fratelli Marx, qui destinati a raggiungere la massima espressione comica. Formando un parallelismo con Una notte all'opera (Sam Wood, 1935), il film inserisce i protagonisti in un contesto rigido e codificato, attuando un processo di disgregazione sia a livello formale che narrativo, e la presenza dirompente di Firefly, Pinky e Chicolini si trasforma nel mezzo primario di destrutturazione sociale, con il capovolgimento di regole imprescindibili nell'ambito dell'etichetta. Notevole, in tal senso, la contrapposizione tra vecchio e nuovo mondo, veicolata da una satira non banale sulle attitudini ormai obsolete degli stati europei, travolti dalla potenza di una vitalità tutta americana: l'anarchia della rappresentazione ben si addice all'attitudine eversiva dei Marx, che del caos hanno fatto il loro personalissimo marchio di fabbrica. Ironizzando sull'assurdità di ogni conflitto bellico, il regista Leo McCarey esalta le caratterizzazioni dei singoli personaggi, lima l'ingerenza dell'elemento musicale (fonte di dispersione in altre opere) ed esalta la capacità mimica dello straordinario Harpo (non a caso, il suo preferito): il risultato, tra fisicità, irriverenza caustica (affidata, ça va sans dire, allo scatenato Groucho), dialoghi deliranti («Lui è una spia, anch'io sono una spia. Siccome lavora per conto mio, voglio che scopra qualcosa, ma non scopre quello che voglio scoprire, come posso scoprire cosa voglio scoprire se non scopre quello che devo scoprire?!») e nonsense imperante («Scelga una carta»; «Scegliere una carta? Per farne cosa?»; «La può tenere, me ne rimangono cinquantuno»), è semplicemente irresistibile. Memorabile la sequenza del finto specchio, con Groucho confuso di fronte ad un'anomala reduplicazione: una scena (più volte citata in seguito) che prende ispirazione da una gag analoga realizzata da Max Linder in Sette anni di guai (1921).
Maximal Interjector
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