Mia Martini – Io sono Mia
2019
Paese
Italia
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Riccardo Donna
Attori
Serena Rossi
Maurizio Lastrico
Lucia Mascino
Dajana Roncione
Antonio Gerardi
Edoardo Pesce
Vita e carriera di Domenica Rita Adriana Bertè alias Mia Martini (Serena Rossi): la passione per il canto, il successo, l'amore, il ritiro dalle scene, il ritorno.
Biopic su una delle interpreti più significative della storia della musica italiana (insieme a Mina, forse, la più grande in assoluto), Io sono Mia sconta i limiti della propria confezione - produzione Rai Fiction di taglio divulgativo, con una finestra nelle sale cinematografiche di soli tre giorni - appiattendosi più che in parte sulle semplificazioni a buon mercato tipiche delle biografie di questo tipo (a cominciare, in questo caso, dal rapporto con la figura paterna). Nonostante il tipico, protocollare lavoro macchiettistico su figure e personaggi di contorno, il tv movie di Riccardo Donna riesce però a restituire appieno l’anima tormentata, l’ansia ribelle e la fama di amore e vita della cantante calabrese, al secolo Domenica Berté, che prese il suo nome d’arte dall’attrice Mia Farrow, da lei amata, e dal celebre drink, e dovette subire l’onta dolorosa di quanti la marchiarono a fuoco, suo malgrado, come iettatrice. Un percorso umano e intimo romanzato attraverso una serie di flashback, che prendono le mosse dal racconto delle ultime ore di Mia Martini prima della celeberrima esibizione a Sanremo 1989 con l’indimenticabile Almeno tu nell’universo, scritta per lei da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio. Dalla consacrazione presso il grande pubblico con il brano Piccolo uomo nel 1972 agli amori struggenti e alle delusioni professionali, passando per l’ulteriore apice raggiunto con il capolavoro Minuetto, in assoluto il suo 45 giri più venduto, Io sono Mia, anche grazie alla consulenza delle sorelle Loredana e Olivia Berté, dimostra attenzione ai dettagli e agli snodi fondamentali dell’esistenza di Mimì nonché il desiderio sincero e accorato di tornare a dare voce al vissuto di una donna, che, con i suoi brani memorabili, ha saputo arricchire il patrimonio nazional-popolare italiano e la nostra musica con una vocazione al sentimento schietta e graffiante, inarrivabile e senza compromessi. Ivano Fossati, grande amore della vita di Mia Martini non privo di controversie e inquietudine, e l’amico Renato Zero hanno preferito non essere rappresentati, negando il loro permesso e portando a un grossolano, per quanto fisiologico, appiattimento delle loro figure per tramite di due personaggi inventati e vagamente ispirati agli originali (una zavorra non certo trascurabile). Apprezzabile lo sforzo mimico e l’aderenza fisica della protagonista Serena Rossi, coraggiosissima nell’affrontare una sfida vocale inarrivabile per chiunque e in grado di cavarsela in maniera più che dignitosa, pur senza replicare, com’è facile immaginare, l’estensione vocale della vera Mia Martini. Edoardo Pesce è un ottimo ed estremamente calzante Franco Califano. Prodotto da Luca Barbareschi.
Biopic su una delle interpreti più significative della storia della musica italiana (insieme a Mina, forse, la più grande in assoluto), Io sono Mia sconta i limiti della propria confezione - produzione Rai Fiction di taglio divulgativo, con una finestra nelle sale cinematografiche di soli tre giorni - appiattendosi più che in parte sulle semplificazioni a buon mercato tipiche delle biografie di questo tipo (a cominciare, in questo caso, dal rapporto con la figura paterna). Nonostante il tipico, protocollare lavoro macchiettistico su figure e personaggi di contorno, il tv movie di Riccardo Donna riesce però a restituire appieno l’anima tormentata, l’ansia ribelle e la fama di amore e vita della cantante calabrese, al secolo Domenica Berté, che prese il suo nome d’arte dall’attrice Mia Farrow, da lei amata, e dal celebre drink, e dovette subire l’onta dolorosa di quanti la marchiarono a fuoco, suo malgrado, come iettatrice. Un percorso umano e intimo romanzato attraverso una serie di flashback, che prendono le mosse dal racconto delle ultime ore di Mia Martini prima della celeberrima esibizione a Sanremo 1989 con l’indimenticabile Almeno tu nell’universo, scritta per lei da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio. Dalla consacrazione presso il grande pubblico con il brano Piccolo uomo nel 1972 agli amori struggenti e alle delusioni professionali, passando per l’ulteriore apice raggiunto con il capolavoro Minuetto, in assoluto il suo 45 giri più venduto, Io sono Mia, anche grazie alla consulenza delle sorelle Loredana e Olivia Berté, dimostra attenzione ai dettagli e agli snodi fondamentali dell’esistenza di Mimì nonché il desiderio sincero e accorato di tornare a dare voce al vissuto di una donna, che, con i suoi brani memorabili, ha saputo arricchire il patrimonio nazional-popolare italiano e la nostra musica con una vocazione al sentimento schietta e graffiante, inarrivabile e senza compromessi. Ivano Fossati, grande amore della vita di Mia Martini non privo di controversie e inquietudine, e l’amico Renato Zero hanno preferito non essere rappresentati, negando il loro permesso e portando a un grossolano, per quanto fisiologico, appiattimento delle loro figure per tramite di due personaggi inventati e vagamente ispirati agli originali (una zavorra non certo trascurabile). Apprezzabile lo sforzo mimico e l’aderenza fisica della protagonista Serena Rossi, coraggiosissima nell’affrontare una sfida vocale inarrivabile per chiunque e in grado di cavarsela in maniera più che dignitosa, pur senza replicare, com’è facile immaginare, l’estensione vocale della vera Mia Martini. Edoardo Pesce è un ottimo ed estremamente calzante Franco Califano. Prodotto da Luca Barbareschi.
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