Mary e il Fiore della Strega
Meari to majo no hana
2017
Paese
Giappone
Generi
Animazione, Avventura
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Hiromasa Yonebayashi
La piccola Mary sta trascorrendo delle noiose vacanze presso la casa di campagna della zia. Un giorno, dopo aver trovato un gattino, uno strano fiore azzurro e una scopa sulla quale riesce a volare, rimane coinvolta in un'avventura magica: si troverà a lottare durante la notte contro una terribile strega.

Attraverso una miscela di magico e fantastico, Hiromasa Yonebayashi, allievo di spicco del compianto Isao Takahata, dà vita a un’avventura dalla forte impronta nipponica, nel tratto visivo e nelle atmosfere, ambientata in una scuola per streghe che può ricordare da vicino la Hogwarts di Harry Potter e che non disdegna il compromesso con elementi tematici occidentali. Una commistione che in principio sembra giovare all’originalità del lavoro del regista di Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento (2010) e Quando c’era Marnie (2014), ma col passare dei minuti tale fusione si fa anche portatrice di una discreta perdita d’identità e di stupore, che tolgono spessore a un prodotto che finisce per sapere troppo di già visto (va precisato, però, che La piccola scopa di Mary Stewart, il racconto cui il film è ispirato, ha visto la luce molto prima di Kiki - Consegne a domicilio e della fortunata saga di J.K. Rowling). Minuzioso ed elaboratissimo dal punto di vista scenografico e nei suoi molteplici fondali, Mary e il Fiore della Strega è comunque un’avventura tutta da vivere sul versante estetico, a cominciare da un prologo fiammeggiante e di buon impatto per poi arrivare a un finale di immane crudeltà. Incentrato su un’adolescente solitaria e incompresa, dedita a una lotta con se stessa per uscire dalla propria gabbia personale e che trova nel millantare poteri magici straordinari una ragione di vita e una via di fuga, il coming of age di Yonebayashi puntella la sua narrazione attraverso scorci rigogliosi e incantevoli scenari, attraverso i quali lasciar scivolare anche le consuete prese di posizioni ecologiste e animaliste. Peccato che siano troppi i momenti narrativamente confusi e il tutto manchi di vera originalità, nonostante non manchino i momenti particolarmente ispirati: in questo senso si possono citare le sequenze dedicate al fiore notturno delle streghe che dà il titolo al film e i momenti più cupi e struggenti, dove avventura fa sempre rima con sventura, maledizione con benedizione. Strega (e regina) per una notte, la protagonista, lentigginosa e dai capelli rossi, incontenibile e vivace, ha comunque il carisma delle grandi occasioni. Irresistibile anche il cane della casa delle sue prozie, Confucio, dagli occhi enormi ma tristi e malinconici. Il film è stato realizzato dallo Studio Ponoc, fondato e messo in piedi grazie alle energie e le forze di coloro che lavorano già allo Studio Ghibli e che hanno voluto portarne avanti il lascito dopo la dismissione della celeberrima casa d’animazione giapponese (Yonebayashi stesso è stato stretto collaboratore per vent’anni di Hayao Miyazaki e del già citato Takahata). Meraviglioso il tema musicale principale, il brano Rain di Sekai No, anche grazie all’utilizzo del dulcimer, strumento suonato misticamente da Joshua Messick. L’uscita in sala in Italia è stata pensata come evento dal 14 al 20 giugno.
Maximal Interjector
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