2020. Viene organizzata la prima esplorazione umana sul pianeta Marte; la navicella “Marte 1”, poco dopo l'atterraggio, viene distrutta da un tornado sabbioso. A soccorrere l'unico astronauta superstite viene inviata la squadra della “Marte 2”, che scoprirà sconvolgenti legami tra il DNA marziano e l'origine del pianeta Terra.
Brian De Palma spazia da un genere all'altro con invidiabile sicurezza nei propri mezzi, ma il risultato non è sempre garantito. Mission to Mars è paradigmatico di una sua incessante ricerca sulla funzionalità di un cinema che possa essere d'intrattenimento, riflessivo, vintage e parimenti grottesco. È chiaro che non si tratta di un processo semplice, infatti il risultato della sua missione su Marte è farraginoso, poco definito e più volte ai limiti del ridicolo. L'opera non aggiunge nulla di innovativo, provoca in maniera superficiale e si riduce a essere un filmetto con due o tre sequenze innegabilmente ben girate (il mestiere di De Palma è fuori discussione) ma piuttosto asfittiche. Praticamente un'incursione nel B-movie, in cui il regista potrebbe essersi divertito molto più degli spettatori. Evitabile.