Molly's Game
Molly's Game
2017
Paesi
Cina, Usa, Canada
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
140 min.
Formato
Colore
Regista
Aaron Sorkin
Attori
Jessica Chastain
Idris Elba
Kevin Costner
Michael Cera
Jeremy Strong
Molly Bloom (Jessica Chastain), carismatica e spavalda campionessa olimpica di sci originaria del Colorado, è costretta ad abbandonare lo sport a seguito di una grave lesione fisica che le impedisce di partecipare alle Olimpiadi. Dopo gli studi in legge, Molly si ritrova a Los Angeles, dove in breve tempo scalerà il mondo esclusivo e danaroso del poker clandestino, mettendo in piedi il più esclusivo giro della città.

Direttamente ispirato al libro di memorie della stessa Molly Bloom, l’esordio alla regia del celebrato e ammirato sceneggiatore Aaron Sorkin è un’intricata e verbosa jam session tutta costruita intorno a un personaggio femminile vigoroso e d’impatto, interpretato in sottrazione e con affilato sex appeal da una titanica Jessica Chastain. L’impalcatura tipica dei copioni sorkiniani, strutturati al millimetro nel concept e ancor più saturi e stipati di contenuti al loro interno, si traduce però in un limite non da poco per il suo salto dietro la macchina da presa: la componente velenosa e avvincente della parabola di una sgradevole e spregiudicata “eroina” americana è infatti scandita, ma anche soffocata, da una scrittura che gioca troppo d’accumulo e rende la regia meramente di servizio, con tanto di dati che si esplicitano e prendono vita in sovrimpressione in maniera a un certo punto perfino autonoma. Lo sceneggiatore di The Social Network (2010) ha indubbiamente tante frecce al suo arco, ma il film, per citare l’avvocato interpretato da Idris Elba, non riesce mai a diventare la “versione cinemax di se stesso” e i dialoghi sferzanti sono un gioco costantemente al rialzo, o per meglio dire sempre teso all’all-in, che non sempre vale la candela, né tantomeno è in grado di far saltare il banco. Soprattutto a causa di una pedanteria maniacale e assai verbosa, che dietro la tendenza a sfidare sempre e comunque i propri limiti tradisce una sindrome da perfezionismo deterministico qua e là controproducente, con in più una protagonista che si ritrova, a livello di dinamiche dello sguardo, a essere più osservatrice distaccata ma interessata che motore trainante. Spassosissima la battuta sulla Molly Bloom dell’Ulisse di Joyce così come la presenza come sempre sorniona e divertita di Michael Cera, che si prende meravigliosamente in giro, mentre rientrano nell’impianto da classico biopic hollywoodiano gli intrecci paterni che legano il padre della protagonista, interpretato da Kevin Costner, al suo avvocato, padre anch’egli e incarnato dal bravo Elba. Ad aleggiare su tutta la vicenda c’è infatti un complesso di Elettra non esplicitato, una ferita narcisistica amplificata dal confronto con dei fratelli di successo e rivolto, pertanto, a tenere in pugno uomini danarosi e di successo.
Maximal Interjector
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