Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)
Dead in a Week: Or Your Money Back
2018
Paese
Gran Bretagna
Genere
Commedia
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Tom Edmunds
Attori
Tom Wilkinson
Aneurin Barnard
Marion Bailey
Freya Mavor
Christopher Eccleston
William (Aneurin Barnard), giovane scrittore in crisi, decide di togliersi la vita e stipula un contratto con il serial killer Leslie (Tom Wilkinson), prossimo alla pensione, che garantisce di eliminarlo entro una settimana. La sua vita prende però una piega inaspettata e positiva: dovrà fare di tutto per sfuggire all'esecuzione programmata.

Commedia nera dall’impianto (teoricamente) spassoso ma dai toni plumbei e dalle atmosfere dark, Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) muove da uno spunto piuttosto spiazzante e originale e si appoggia su un canovaccio tutto all’insegna di bizzarrie assortite e stramberie varie, sicari sornioni (ma in fondo amabili) e caricature del disagio giovanile che sembrano il buffo, spettrale eco di un brano dei Cure o dei Joy Division. Un contesto abbastanza curioso ma tutt’altro che sorprendente, specialmente per il modo in cui è sviluppato e portato avanti da una narrazione incompiuta e zoppicante, compiaciuta e sfilacciata, tutta strizzate d’occhio e ammiccamenti a metà tra il grottesco e il cartoonesco, che però non sortiscono quasi mai l’effetto dovuto. Al suo esordio nel lungometraggio dopo alcuni corti, il regista e sceneggiatore Tom Edmunds mostra infatti una mano fin troppo acerba e malferma, che sembra non avere abbastanza sicurezza nel dosare tutti gli ingredienti e nell’assemblare un prodotto organico e compiuto: il film si lascia solleticare da una moltitudine di spunti che rimangono tutti abbozzati e appena accennati, lasciando nello spettatore l’amaro in bocca tipico delle occasioni perse. Tom Wilkinson gigioneggia come di consueto, ma il suo personaggio, nonostante il carisma e la simpatia corrosiva dell’attore inglese, a suo agio in ruoli del genere, è anch’esso la pallida, sbiadita ombra della maschera ironica e paradossale che poteva essere. Anche il cinismo di fondo del film, tirando le somme, è decisamente troppo innocuo, ambiguo e caramellato (la love story, in tal senso, è il problema maggiore del film) per stupire in modo autentico e gli sketch, sebbene qua e là ritmati e corredati di una componente action, sono troppo alimentari e grossolani per intrattenere con successo e generare una black comedy all’altezza della situazione. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2018.
Maximal Interjector
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