The Nun – La vocazione del male
The Nun
2018
Paese
Usa
Genere
Horror
Durata
96 min.
Formato
Colore
Regista
Corin Hardy
Attori
Taissa Farmiga
Demian Bichir
Charlotte Hope
Ingrid Bisu
Jonas Bloquet
Bonnie Aarons
Romania. Quando una giovane suora di clausura si toglie la vita, un prete (Demián Bichir) e una novizia (Taissa Farmiga) vengono inviati dal Vaticano per fare luce sull'evento.

Figlio della factory di James Wan, prolifico autore e produttore di horror di gran successo nel nuovo millennio, The Nun – La vocazione del male di Corin Hardy è uno spin-off di The Conjuring – Il caso Enfield (2016) dello stesso Wan (a sua volta un sequel del precedente L’evocazione – The Conjuring), che flirta col paranormale e con un’ambientazione rumena, corredata da un inquietante monastero il quale echeggia tanto cinema del brivido del passato, calandosi ovviamente nella terra di Dracula. Il risultato, in bilico tra flebile origin story e (rivedibile) detection story, è però nettamente al ribasso e assai inferiore alle aspettative, con una mediocrità dilagante e una convenzionalità esposta che procede esclusivamente per jump scare e per soluzioni stantie e risapute. Il film estingue di fatto tutto il potenziale del franchise, tra didascalismi, sottolineature ovvie e un immaginario visto e rivisto che ha poche chance non solo di appassionare ma anche di suscitare una minima dose di fascino. La povertà di scrittura e regia spengono in definitiva qualsiasi velleità: unica nota di vaga dignità, le apparizioni del demone Valak che assume le sembianze della demoniaca suora del titolo, interpretata da Bonnie Aarons (presente, curiosamente, anche in Mulholland Drive di David Lynch nei panni del barbone). Raro imbarazzo per le prove di un cast svogliato e impacciato e ridicolo involontario che dilaga inarrestabile nel pre-finale. Il film del britannico Hardy è stato anche al centro di polemiche per un teaser trailer troppo spaventoso rilasciato nell’estate del 2018 (tanto rumore per nulla, verrebbe da dire), prontamente rimosso dal web perché ritenuto eccessivamente disturbante ma puntualmente oggetto di parodie e rifacimenti scherzosi sul web.
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