Out of the Blue
Out of the Blue
1980
Paese
Canada
Genere
Drammatico
Durata
94 min.
Formato
Colore
Regista
Dennis Hopper
Attori
Linda Marz
Dennis Hopper
Sharon Farrell
Don Gordon
Raymond Burr
Eric Allen
Fiona Brody
David L. Crowley
Joan Hoffman
Carl Nelson
Francis Ann Pettit
Glen Pfeifer
David Ackridge
Cebe (Linda Marz) è un'adolescente tormentata, grande fan di Elvis e del punk. Da bambina è stata coinvolta in un tragico incidente in cui il padre camionista (Dennis Hopper) investì uno scuolabus facendo una strage. Quando questi esce di prigione e prova a ricostruire il rapporto con lei e la madre (Sharon Farrell), le cose non funzionano: l'alcolismo, l'eroina, l'ostilità della comunità e le tensioni sessuali represse, di comune accordo, portano la situazione a un definitivo punto di rottura. Hopper, vent'anni dopo Easy Rider (1969), firma un'opera che di quel film celeberrimo risveglia, in maniera più che dignitosa, la forza emblematica, raccontando di una figlia di quegli anni di controcultura e immortalando molto da vicino il vuoto che le gravita intorno. Il fil rouge è la pervasiva e strascicata voce di Neil Young e nella fattispecie la sua icastica, memorabile My My Hey Hey / Hey Hey My My, che ritorna come un mantra ossessivo per tutto il film, ribadendo compulsivamente la forza di un testo che sa inevitabilmente di manifesto programmatico: dal celeberrimo «It's better to burn out / Than to fade away» (meglio bruciare che spegnersi lentamente) al verso che riassume tutta la vicenda: “Out of the blue and into the black”. Dal blu al nero, o, parafrasando, dalla malinconia all'orrore, in linea con la cupio dissolvi che contraddistingue da vicino la cultura di cui si è nutrita e con cui è cresciuta la protagonista. Film dal tono disperato, livido e privo di speranza, che nega qualsiasi orizzonte e non concede né la possibilità di superare i traumi né quella di concedersi una seconda opportunità. Un maledettismo che in parte è troppo di maniera, ma che di sicuro fa ritornare alla memoria il Dennis Hopper migliore, quello più ruvido, arrabbiato e privo di compromessi. Prodotto e girato in Canada, data l'ostracizzazione condotta per mano di Hollywood ai danni del regista, costretto all'esilio cinematografico e artistico. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
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