Pericle Scalzone (Riccardo Scamarcio) lavora per Don Luigi (Gigio Morra), boss della camorra emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva, commette un grave errore che fa scattare la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porta fino in Francia, Pericle incontra Anastasia (Marina Foïs), che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Ma sarà davvero difficile, quasi impossibile, scappare da un passato ingombrante e pieno di interrogativi.

Tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Ferrandino, Pericle il nero è un film convenzionale e brillante solo a tratti, che si avvale di una struttura narrativa ormai consolidata e di rari guizzi limitati soltanto alle prime battute. Anche se lo stile di Mordini è rigoroso e privo di evidenti sbavature, è proprio nel suo disegno complessivo che l’operazione convince poco: in particolare, la storia di un confronto tra due solitudini disorientate e incompatibili tra loro non riesce a incastrarsi adeguatamente all'interno della narrazione legata alla vita criminale di Pericle. Se inizialmente le suggestioni non mancano, anche grazie a una voce narrante che accompagna efficacemente le (dure) vicende raccontate, col passare dei minuti la sceneggiatura si fa poco credibile, il ritmo cala e la parte conclusiva è eccessivamente prolissa. Interessante più in potenza che in atto, è un film che, fatta eccezione per alcune sequenze particolarmente cupe e coinvolgenti, ricorda troppo da vicino diversi altri prodotti dello stesso genere. Inserito nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2016.