Real Fiction
Silje sanghwang
2000
Paese
Corea del Sud
Generi
Drammatico, Sperimentale
Durata
83 min.
Formato
Colore
Regista
Kim Ki-duk
Attori
Ju Jin-mo
Kim Jin-ah
Son Min-seok
Lee Je-rak
Kim Ki-yeon
Myeong Sun-mi
Jang Hyeong-seong
A Seoul, un pittore di strada (Joo Jin-mo) viene costantemente maltrattato e sottomesso da chiunque incontri, siano essi clienti o piccoli malviventi locali. Una giovane donna (Kim Jin-ah) lo riprende con la sua telecamera e lo convince a recarsi in un vicino teatro, dove, grazie all'incontro con un attore, avrà modo di ragionare sui soprusi subiti e sulle sue paure. Per il protagonista senza nome scatta dunque il momento della vendetta. Pare che Real Fiction sia il film al quale Kim Ki-duk sia più legato, probabilmente in virtù della sua “bizzarra” realizzazione: girato in poco più di 3 ore, con 10 macchine da presa e 11 assistenti di regia, l'opera numero 4 di Kim è più una sperimentazione artistica che una pellicola tout court. Tutto è metafora, simbolo, all'insegna di uno smaccato autobiografismo che rende ardua l'immedesimazione in chi osserva. Si parte dall'ossimorico titolo, e si procede attraverso un'architettura fin troppo programmatica di richiami e rimandi – non solo al suo cinema passato, ma anche a quello futuro – che tocca la psicanalisi e la religione (la personalissima via crucis del personaggio principale), fino all'allegoria estrema (la figura della ragazza/coscienza da assecondare/uccidere, la modella nuda che si mette in tasca le banconote). È vero, Real Fiction può anche meritare una visione: ma solo per riconoscere i tratti essenziali della poetica del suo demiurgo e metterli a confronti con i maggiormente “mediati”, maturi e consapevoli risultati successivi. Originale, ma troppo autocompiaciuto e privo di chissà quali elementi da mandare a memoria.
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