Ricchi di fantasia
2018
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Francesco Miccichè
Attori
Sergio Castellitto
Sabrina Ferilli
Valeria Fabrizi
Matilde Gioli
Antonio Catania
Antonella Attili
Gianfranco Gallo
Paola Tiziana Cruciani
Paolo Calabresi
Luigi Imola
Siria Simeoni
Vincenzo Sebastiani
Il carpentiere Sergio (Sergio Castellitto) e l'ex cantante Sabrina (Sabrina Ferilli) sono una coppia di amanti impossibilitati a lasciare i rispettivi compagni a causa di ristrettezze economiche. Tutto sembra cambiare per il meglio quando i colleghi di Sergio gli fanno credere di avere vinto 3 milioni di euro alla lotteria: quando Sergio e Sabrina scoprono che non c'è nessuna vincita, decidono di mantenere il segreto e trascinano le proprie famiglie in un viaggio on the road verso la Puglia.

Il regista Francesco Micciché, figlio del grande studioso e critico cinematografico Lino, si cimenta col suo secondo lungometraggio per il grande schermo dopo l’interessante anche se non del tutto riuscito Loro chi? (2015): lo fa con un altro progetto che prova a rimettere in piedi la commedia all’italiana che fu, facendola dialogare (in verità piuttosto a forza) col presente, con nuovi poveracci e con il disagio sociale contemporaneo scaturito dalla crisi economica, senza però riuscire a instaurare un ponte reale con l’attualità e fallendo miseramente proprio su questo punto. Il film è infatti ingabbiato in stereotipi passatisti e decrepiti, da Sabrina Ferilli che canta Faccetta nera in apertura a un Castellitto, mattatore indiscusso, che si bea a briglia sciolta degli eccessi buffoni e cialtroni del suo personaggio, macchietta gassmaniana nella quale l’attore sguazza a meraviglia, tra tic e omaggi, ma che non aggiunge nulla a una galleria di personaggi già spremuti fino allo stremo. La confezione visiva, all’insegna dei colori caldi forniti dalla vispa fotografia di Arnaldo Catinari, vorrebbe spingere il cuore oltre l’ostacolo con il solito viaggio rigenerante in Puglia, ma finisce con l’appiattirsi anch’essa sulla mediocrità dilagante. Il film è tenuto a galla da un brio che di tanto in tanto fa capolino nella scrittura e nella concatenazione di eventi e situazioni (il copione è firmato, oltre che dal regista, da Fabio Bonifaci, sempre a suo agio con tali meccanismi), ma la girandola di menzogne e finta ricchezza è un mero pretesto narrativo che si perde tra gag stucchevoli, retorica poetante e immagini fastidiosamente ripulite da ogni scomodità, perfettamente in linea con tanta nostrana, innocua commedia di cassetta (si fa per dire) concepita in serie. Il personaggio peggiore è probabilmente quello della giovane figlia di Sergio, interpretata da Matilde Gioli, fricchettona svampita con trascorsi in Iraq che fa il pieno di convenzionalità e scrittura bidimensionale.
Maximal Interjector
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