Louise Sawyer (Susan Sarandon), cameriera in un fast food, decide di trascorrere un weekend in compagnia dell'amica Thelma Dickinson (Geena Davis), casalinga trascurata dal suo becero marito (Christopher McDonald). Durante una sosta in un locale notturno, Louise uccide un uomo che ha tentato di violentare Thelma: le due donne si ritrovano in breve tempo braccate dalla polizia e dall'ispettore Slocumb (Harvey Keitel).
Road-movie che fotografa la chiusura di un'epoca, la fine dell'edonismo e del superomismo anni Ottanta con un significativo ribaltamento di prospettiva: due donne, infatti, sono protagoniste di quello che fino ad allora era stato uno dei generi cinematografici maschili per antonomasia. Scott mostra le enormi distese paesaggistiche che fanno da sfondo a miti e promesse di libertà per lo più disattese, emblemi di una società gretta e maschilista, in cui la violenza pare l'unico mezzo efficace per rivendicare la propria indipendenza e la propria dignità. La furiosa fuga delle due donne in cerca di libertà e destinate al fallimento, scontrandosi con ingiustizie e meschinità di varia natura, presta il fianco al latente pessimismo del regista: un pessimismo che raggiunge l'apice spettacolare nella celeberrima scena finale, entrata di diritto nell'immaginario collettivo. Come interpreti la produzione era inizialmente intenzionata a scritturare Goldie Hawn e Meryl Streep. Oscar alla miglior sceneggiatura originale (dell'esordiente Callie Khouri). Primo ruolo di una certa rilevanza per Brad Pitt, che al provino ebbe la meglio sull'amico George Clooney, anch'egli preso in considerazione per la parte di J.D.