Vita da bohème
La vie de bohème
1992
Paesi
Francia, Germania, Svezia, Finlandia
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
100 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Aki Kaurismäki
Attori
Matti Pellonpää
Evelyne Didi
André Wilms
Kari Väänänen
Christine Murillo
Jean-Pierre Léaud
Carlos Salgado
Samuel Fuller
Jean-Paul Wenzel
Louis Malle
Marcel (André Wilms) è uno squattrinato scrittore. Dopo essere stato sfrattato, fa la conoscenza di Rodolfo (Matti Pellonpää), pittore immigrato dall'Albania, e di Schaunard (Kari Väänänen), compositore irlandese e nuovo coinquilino. Insieme riusciranno, con un finanziamento, ad aprire una rivista d'arte e a condurre con l'astuzia una vita difficile ma dignitosa. Rodolfo conoscerà anche l'amore incontrando Mimì (Evelyne Didi). Liberamente ispirato al romanzo Scene della vita di Bohème (1851) di Henry Murger, da cui è stato tratta anche la celeberrima opera di Puccini, Vita da Bohème è una pellicola che racconta con tono scanzonato e tragicomico il mondo delle persone ai margini, caratterizzati da una profonda dignità: se però in altri film del regista finnico erano soprattutto operai e impiegati, qui vi sono gli artisti (un drammaturgo, un pittore e un compositore) al centro del racconto. I tre, clandestini a bordo di una nave che in tutti i modi li vorrebbe fuoribordo, hanno un rapporto con la vita meno rassegnato ma più libero e scanzonato: coscienti della loro emarginazione riescono con l'astuzia ad andare avanti, a vivere in qualche modo della loro arte, navigando a vista nell'immenso oceano-mondo simboleggiato dalla pomposa Ville Lumière. Ogni loro vittoria si tramuta in sconfitta: le amanti li abbandonano, la rivista chiude e infine è il destino stesso, l'Ananke citata anche da Marcel a inizio film, a dare il colpo di grazia a quell'illusione bohémiene del terzetto, mandandola in frantumi. Ancora una volta gli ultimi vengono sconfitti dalla vita, da quel mondo che non li potrà mai accogliere, in un modo o nell'altro. Grande atmosfera (grazie anche all'ottimo bianconero del fedele operatore Timo Salminen), ma il sospetto di una escursione nel raffinato esercizio di stile è forte. Suggestivo, ma autocompiaciuto. Nel film recitano anche i registi Samuel Fuller (nel ruolo dell'editore) e Louis Malle (nel ruolo di un gentleman) oltre a Jean-Pierre Léaud, protagonista di Ho affittato un killer (1990).
Maximal Interjector
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