Wiener-Dog
Wiener-Dog
2016
Paese
Usa
Generi
Grottesco, Commedia, Drammatico
Durata
88 min.
Formato
Colore
Regista
Todd Solondz
Attori
Keaton Nigel Cooke
Greta Gerwig
Danny DeVito
Ellen Burstyn
Julie Delpy
Tracy Letts
Kieran Culkin
Zosia Mamet
Un bassotto collega le esistenze di quattro personaggi che soffrono di solitudine: il piccolo Remi (Keaton Nigel Cooks) che si sta riprendendo da una malattia, la goffa e insicura Dawn Wiener (Greta Gerwig), lo sceneggiatore depresso Dave Schmerz (Danny DeVito) e l’anziana Nana (Ellen Burstyn), ormai in fin di vita. Quattro episodi, simili e diversi tra loro, compongono la struttura di Wiener-Dog, film con cui Solondz segue la circolarità della vita e torna a giocare con la narrazione (tra i suoi lungometraggi precedenti si ricorda proprio Storytelling del 2001) e con le aspettative dello spettatore. Da segnalare, innanzitutto, che, come da tradizione nel suo cinema, tornano personaggi delle sue pellicole precedenti: Dawn Wiener era la protagonista di Fuga dalla scuola media (1995), ora è cresciuta ma è ancora sola e si ritrova di fronte lo stesso Brandon odiato-amato ai tempi della prima adolescenza. Non è però un film che si circonflette su se stesso, Wiener-Dog, lungometraggio che, al contrario, possiede un ampio respiro e riesce a parlare con grande forza e spessore dell’America contemporanea. In gran forma, Solondz (che si concede anche un’apertura sarcastica “citando” ironicamente Boyhood di Richard Linklater, ma proponendo una famiglia ben diversa da quella presente nel film del collega) riflette sul terrorismo, sul razzismo e su una società dove tutti sono perennemente soli (magistrale la sequenza in cui Dawn e Brandon sono in automobile insieme a tre messicani). È uno dei suoi lavori più politici, caustici e pessimisti, che contiene anche una forte critica a certa cultura pop (notevole la scena in cui viene intonata The Ballad of Wiener-Dog) come dimostra anche lo straziante sberleffo conclusivo. Il bassotto protagonista (che può ricordare alla lontana l’asino di Au hasard Balthazar di Robert Bresson) è l’animale che porta con sé i mali dei suoi tanti padroni, incapaci di trovare una felicità a cui tendono senza riuscire mai a raggiungerla. Si ride, a tratti, ma sono le risate più amare possibili. Curiosità: nella prima sequenza di Palindromi (2004), precedente film del regista americano, si celebravano i funerali di Dawn Wiener, a dimostrazione che il cinema di Solondz è un cortocircuito continuo, in cui credere di aver trovato delle linee guida (narrative o cronologiche) è soltanto una mera illusione.
Maximal Interjector
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