The Wolfpack
The Wolfpack
2015
Paese
Usa
Genere
Documentario
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Crystal Moselle
Vera storia dei sette fratelli Angulo, americani, che hanno trascorso la loro infanzia segregati in casa dal padre Oscar, unico detentore delle chiavi dell'appartamento e del potere di farli uscire. Costretti a vivere isolati da tutto, riescono a rapportarsi alla realtà solo attraverso i film che diventano il loro filtro sul mondo. Incredibile documentario su un caso di cronaca reale, emerso solo nel 2010 quando uno dei sette fratelli decise di ribellarsi alle regole folli imposte dal padre, hare krishna convinto che il mondo esterno fosse una minaccia per l'integrità della sua prole, per iniziare a esplorare la zona di Manhattan, dove da tutta la vita viveva prigioniero, e per poi coinvolgere gli altri nelle passeggiate e incontrare la regista Crystal Moselle. La materia di partenza è talmente forte da risultare, da sola, degna di visione, considerando anche come viene sviscerato il rapporto dei fratelli con il cinema, talmente amato da essere sempre presente nei loro discorsi che citano a memoria interi brani di sceneggiature: ma gli Angulo fanno di più, arrivando anche a mettere in scena le sequenze preferite dei loro titoli del cuore, in una sorta di surreale (proprio perché reale) remake del remake, come in Be Kind, Rewind (2008). Coraggiosa fino in fondo, la Moselle non risparmia allo spettatore neanche il trauma di incontrare quel padre-padrone che ha segregato i figli in casa, secondo un meccanismo inquietante che non può non ricordare il bellissimo e sconvolgente Dogtooth (2009), e di indagarne le ragioni, in un impeto di realismo che supera la finzione cinematografica. Geniale ma anche agghiacciante a un tempo la trovata di assimilare i fratelli, che camminavano in gruppo indossando Ray-Ban scuri, a Le Iene (1992) di Quentin Tarantino nel merchandising. Un documento irripetibile, seppur indubbiamente più debitore alla cronaca che al talento dell'autrice (la confezione non è un granché), che la dice lunga sulla deriva psicotica dei nostri tempi. Premiato al Sundance con il Gran Premio della Giuria per miglior documentario.
Maximal Interjector
Browser non supportato.