Vita del grande presidente cileno, dall'infanzia fino all'11 settembre del 1973 quando il colpo di Stato pilotato da Pinochet lo costrinse ad asserragliarsi nel Palacio de la Moneda e a suicidarsi per non cadere nelle mani del nemico. Basandosi su preziosi filmati di repertorio e interviste, Patricio Guzmán costruisce un lucido e intelligente omaggio alla figura di Allende, sviscerandone le motivazioni senza temere di far arrabbiare qualcuno quando esplicita l'ostilità della CIA e di Richard Nixon nei confronti del presidente cileno. L'esperienza e i ricordi del regista trapelano, lasciando di tanto in tanto scivolare il tono dalla passione civile alla retorica, ma nel complesso si tratta di una buona analisi di una figura storica complessa e ammirata, capace di portare alla luce episodi anche non molto noti al grande pubblico e che, sicuramente, contribuiscono a svelare qualche retroscena rimasto ancora oscuro. Non si tratta dunque di un grido di denuncia ciecamente pasionario e volto a indignare gli animi, ma piuttosto di una riflessione il più possibile completa che tralascia necessariamente alcuni aspetti ma fa luce esaustivamente su altri.