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Il libro della giungla e gli altri: quando i classici d'animazione Disney si trasformano in live action

Ormai ci siamo: Il libro della giungla, diretto da Jon Favreau, sta per fare il suo esordio nelle sale, con tutto il carico di aspettativa che porta con sé la trasposizione live action di quello che è stato definito uno dei migliori film animati della storia. Quello di Favreau è un prodotto che si inserisce nella lunga lista delle versioni live action di pellicole di animazione che, dal 2010 in poi, si sta sempre più rimpinguando.

Quando nel 2000 uscì nelle sale La carica dei 101, trasposizione live action di uno dei più grandi Classici Disney, con Glenn Close nel ruolo di Crudelia DeMon, nessuno avrebbe potuto pensare cosa sarebbe accaduto solo un decennio dopo con il pessimo L’apprendista stregone, una sorta di eretica trasposizione fantasy della più celebre sequenza di Fantasia, e con Alice in Wonderland che, sebbene non sia il miglior lavoro di Tim Burton, sicuramente porta con sé una qualità estetica, registica e visiva sopra la media. Ma il dado era ormai tratto e l’Alice in armatura che affronta il Ciciarampa diventa modello per la Biancaneve di Kristen Stewart in Biancaneve e il cacciatore, esempio lampante di quanto poco c’entri la confezione, a tratti notevole, con la qualità del prodotto,  insufficiente, e persino inferiore del comunque impalpabile Biancaneve, dello stesso anno: nonostante ciò il confronto tra Charlize Theron e Julia Roberts, le due regine malvagie, è però vinto dalla prima, per fascino e carisma. Il punto più basso, tuttavia, lo si tocca con Maleficent: sebbene Angelina Jolie non sfiguri nel ruolo della più cattiva tra le cattive Disney nei panni della strega che lanciò una maledizione sulla Bella Addormentata, il problema imperdonabile è un disperato tentativo di edulcorazione della trama. La crudele Malefica, completamente snaturata, diventa qui infatti la vera fata madrina di Aurora, umiliata e offesa dagli avidi uomini e assetata perciò di vendetta. Non c’è da stupirsi se Cenerentola, di Kenneth Branagh, sia stato lodato: molto classico, lascia da parte le derive dark e fantasy per tornare ad una trasposizione fedele, con la figura della protagonista meglio approfondita e con qualche sequenza di ottima fattura.

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Alice in Wonderland (2010) – Tim Burton

Ma cosa ci riserva il futuro? Se per il prossimo anno è assicurata la trasposizione di La Bella e la Bestia, con Bill Condon alla regia ed Emma Watson come Belle, il programma delle prossime stagioni è molto fitto. Lo spin off sul Genio della Lampada, con la pesante eredità di Robin Williams (doppiatore nel Classico Disney) è ancora in alto mare, sembrerebbe invece che Tim Burton si metterà al lavoro per Dumbo, anche se si tratta ancora di rumors senza alcuna conferma ufficiale. Che invece è presente per Pinocchio, che vede Paul Thomas Anderson in sede di sceneggiatura e Robert Downey Jr. nel ruolo di Geppetto, per quello che sulla carta sembrerebbe uno dei progetti potenzialmente più interessanti. Sofia Coppola si è invece ritirata dal progetto La Sirenetta, che avrà l’enfant prodige Chloë Moretz come protagonista, facendo storcere il naso ai più. La scelta di Bryan Cogman, sceneggiatore del Trono di spade, per La spada nella roccia è ufficiale, sperando non ne modifichi eccessivamente i toni, come del resto l’ingaggio di Reese Witherspoon come Trilly per lo spin off sulla fatina di Peter Pan. Basta? Neanche per idea: sono in cantiere anche Mulan, Fantasia, Winnie the Pooh e un film sul principe azzurro di Biancaneve. E vissero per sempre felici e contenti.

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