Il secondo dei due Leoni d’Oro alla Carriera della settantatreesima edizione della Mostra di Venezia è stato assegnato quest’oggi all’attore francese Jean-Paul Belmondo, che ha incontrato questa mattina i giornalisti in conferenza stampa: ecco il resoconto di quanto si è svolto oggi.
Quanto sono stati importanti per lei gli incontri con Jean-Luc Godard e Philippe de Broca?
Entrambi sono stati incredibilmente importanti per la mia carriera. Quando si lavora veramente in maniera dura e sincera e c’è una affinità con i registi è sempre una grande cosa.
Cosa prova a ricevere il Leone d’Oro oggi?
Beh, è un sentimento di grande felicità. Sono molto onorato di essere qui a Venezia. Da giovane sono sempre venuto qui per lavorare, pensavo di trovare qui Cinecittà. Io sono molto grato al cinema italiano, come sapete: una delle mie più grandi soddisfazioni personali è stata ricevere la chiamata di Vittorio De Sica che scelse me per affiancare Sophia Loren ne La ciociara: ero un attore ancora relativamente sconosciuto e quindi gli devo molto.
A che età ha cominciato a sentire che sarebbe diventato attore e quale è stata la molla scatenante che l’ha spinta verso questa carriera?
Non c’è stato un momento in particolare. Ho studiato teatro per nove anni e poi ho ricevuto la chiamata di Jean-Luc Godard per Fino all’ultimo respiro e tutto è partito così.
Lei ha detto che con l’età una persona si sente sempre più attraente e si migliora come attori nel corso del tempo, può confermarlo?
Assolutamente.
Qual è il suo rapporto con il passato?
Non ci penso mai. Guardo sempre avanti. Certo, mi piace rivedere i miei film e so che la mia carriera è ormai ferma, ma sono fiero del lavoro che ho portato a termine in questi anni, senza rimpianti.
Lei e Alain Delon siete ancora amici?
Ma certo. Per anni si è coltivato il mito della nostra rivalità, ma è stato montato tutto in maniera esagerata. Siamo due professionisti, abbiamo idee diverse, abbiamo lavorato con diversi registi, ma il nostro rapporto è sempre stato più che buono. Spesso e volentieri ci vediamo anche ora.
Nel corso della sua filmografia si è cimentato con diversi generi: dal dramma al noir, passando per l’avventura e la commedia. Qual è il genere con cui si è sentito più a suo agio?
Mi sono sempre divertito. Faccio un lavoro che è il sogno di molti e con qualunque tipo di film e di personaggio con cui mi sia capitato di confrontarmi mi sono trovato più che bene.
Qual è il suo rapporto con Venezia?
Sono venuto parecchie volte a Venezia, per i motivi più diversi. È una città che amo particolarmente e mi sono sempre sentito ricambiato. I miei viaggi in Italia sono sempre stati belle avventure e belle esperienze.
La sua è stata una carriera lunga e straordinaria: ma c’è qualcosa che avrebbe voluto fare e non ha fatto?
No, direi che ho fatto tutto quello che volevo fare. Ma ormai mi sono ritirato: amo il sole e il mare e questa è per me la felicità oggi. Ho una bella carriera e una bella vita alle spalle.
Lei crede che tra gli attori di oggi esista un erede di Jean-Paul Belmondo?
Ovviamente. Non saprei e non voglio nemmeno fare i nomi di colleghi attori, non mi pare il caso. Ma ci sono davvero tanti ottimi interpreti francesi e non solo: io il mio l’ho fatto, ora tocca a loro.