Samuel

Fuller

12 agosto 1912, Worcester (Massachusetts, USA) — 30 ottobre 1997, Los Angeles (California, USA)
Regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Considerato uno dei più radicali e innovativi cineasti di genere del cinema americano, è molto amato dai registi della Nouvelle Vague e in particolare da Jean-Luc Godard, che gli assegna un ruolo ne Il bandito delle 11 (Pierrot le fou, 1965). La sua produzione risente molto dei contrasti con gli studios, non semplici e molto controversi. Nel 1990 dirige Il grande uno rosso (The Big Red One), serratissimo film di guerra in cui Fuller rivive la sua esperienza di soldato durante la Seconda guerra mondiale. Si tratta di uno dei film più amati da Martin Scorsese, che lo tiene a mente per le riprese di Toro scatenato (Raging Bull, 1980) e lo omaggia a più riprese. Nel 1982 dirige Cane bianco (White Dog), fiasco al botteghino. Il suo ultimo film è Strada senza ritorno (Sans espoir de retour, 1989), realizzato in Francia. Come attore recita in molti film di registi suoi ammiratori, tra i quali spiccano le collaborazioni con Wim Wenders, che lo dirige ne L’amico americano (Der amerikanische Freund, 1977), Hammett: Indagine a Chinatown (Hammett, 1982), Lo stato delle cose (Der Stand der Dinge, 1982) e Crimini invisibili (The End of Violence, 1997). Recita anche in Fuga da Hollywood (The Last Movie, 1971) di Dennis Hopper e in 1941 – Allarme a Hollywood (1941, 1979) di Steven Spielberg. Quattro anni prima della morte riceve il Pardo d’onore al Festival di Locarno nel 1993.
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