Dal Polo all'Equatore
Durata
96
Formato
Regista
Film di montaggio realizzato assemblando insieme diverso materiale d'archivio girato dal cineasta italiano Luca Comerio che, nei primi vent'anni del Novecento, documentò diverse spedizioni militari, il nascere di nuovi mezzi di trasporto per l'attraversamento delle Alpi e altri insoliti avvenimenti.
Attraverso un montaggio ipnotico e accattivante, supportato da una colonna sonora registrata appositamente e funzionale nel ricreare un clima malinconico, Dal Polo all'Equatore vince la difficilissima sfida di ridare vita e soprattutto senso nuovo ad alcune immagini di repertorio che, altrimenti, sarebbero finite nel dimenticatoio. Oltre a rendere un degno omaggio al cineasta Comerio, i documentaristi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi provano a riflettere sull'importanza dell'immagine cinematografica, vera e propria protagonista del film senza alcuna aggiunta di commento audio o dialogo. In una carnevalesca sequenza di fotogrammi monocromatici, Dal polo all'equatore restituisce una malinconica ed efficace riproduzione della società italiana del primo Novecento, dimostrando come la macchina da presa e il sentimento progressista a essa connesso fossero motivo di vanto per lo slancio nazionalista che di lì a poco avrebbe fatto parlare molto di sé con i due conflitti bellici mondiali. Non si tratta di una visione leggera o lineare (il film è sicuramente ripetitivo e potrebbe stancare lo spettatore meno preparato), ma per coloro che decideranno di avventurarsi al suo interno l'appagamento finale è garantito.
Attraverso un montaggio ipnotico e accattivante, supportato da una colonna sonora registrata appositamente e funzionale nel ricreare un clima malinconico, Dal Polo all'Equatore vince la difficilissima sfida di ridare vita e soprattutto senso nuovo ad alcune immagini di repertorio che, altrimenti, sarebbero finite nel dimenticatoio. Oltre a rendere un degno omaggio al cineasta Comerio, i documentaristi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi provano a riflettere sull'importanza dell'immagine cinematografica, vera e propria protagonista del film senza alcuna aggiunta di commento audio o dialogo. In una carnevalesca sequenza di fotogrammi monocromatici, Dal polo all'equatore restituisce una malinconica ed efficace riproduzione della società italiana del primo Novecento, dimostrando come la macchina da presa e il sentimento progressista a essa connesso fossero motivo di vanto per lo slancio nazionalista che di lì a poco avrebbe fatto parlare molto di sé con i due conflitti bellici mondiali. Non si tratta di una visione leggera o lineare (il film è sicuramente ripetitivo e potrebbe stancare lo spettatore meno preparato), ma per coloro che decideranno di avventurarsi al suo interno l'appagamento finale è garantito.