Inizio di primavera
Sōshun
Durata
144
Formato
Regista
Shoji (Ryô Ikebe) conosce la segretaria Kaneko (Keiko Kishi), che lo corteggia e lo tenta fino a quando i due non fanno sfociare la reciproca attrazione in una relazione clandestina. La moglie di Shoji, Masako (Chikage Awashima), intuisce del rapporto tra i due ma, sul momento, evita di far naufragare il suo matrimonio. Ben presto, però, la circostanza diverrà troppo macroscopica per essere ignorata.
È ancora una volta sorprendente e ammirevole la maniera in cui Ozu riesce a trasformare una storia prevedibile quando non banale (si parla di una mesta vita impiegatizia e di un adulterio come tanti altri, difficile immaginare qualcosa di più telefonato) in un'abbagliante sinfonia cinematografica. L'immedesimazione dello spettatore, anche in questo caso, è al grado massimo, sia di commozione che di verosimiglianza. Il verismo pudico e realistico col quale l'autore giapponese filma i suoi personaggi conferisce alle vicende un'aura di concretezza nella quale è impossibile non specchiarsi e riconoscere se stessi e usanze di un Giappone lontano nel tempo ma egualmente vicino. Tra alienazione, sia lavorativa che matrimoniale, Inizio di primavera parla di una condizione logorante dello spirito e della mente, la solitudine, con una levità che non può che stupire e dalla quale è praticamente impossibile non lasciarsi accarezzare. Nonostante la consistente durata (quasi due ore e mezza), rimane una visione scorrevolissima.