Prick Up – L'importanza di essere Joe
Prick Up Your Ears
Durata
105
Formato
Regista
Londra, estate del 1967. A poche ore da un meeting con i Beatles per discutere di una sceneggiatura, il drammaturgo Joe Orton (Gary Oldman) viene ritrovato assassinato insieme al compagno Kenneth Halliwell (Alfred Molina). Lo studioso americano John Lahr (Wallace Shawn), interessato a pubblicare le memorie di Orton, viaggia a ritroso nel passato della coppia, affiancato dall'agente letterario dello scrittore (Vanessa Redgrave).
Attraverso il ricorso al classico procedimento analettico, il film di Frears si snoda canonicamente tra il presente e il passato della narrazione. La figura – realmente esistita – di Joe Orton permette a Stephen Frears e allo sceneggiatore d'eccezione (il drammaturgo Alan Bennett, autore di moltissimi successi, da History Boys a La pazzia di Re Giorgio) di sviluppare una riflessione narrativa dedicata al rapporto inter-temporale tra i quattro personaggi principali, e di concentrarsi altresì sulle implicazioni sociologiche di una Londra – quella degli anni Sessanta – divisa tra nuove libertà e obsoleti retaggi del passato (i pregiudizi, legalmente riconosciuti, contro l'omosessualità). Sono questi, con tutta probabilità, gli aspetti più interessanti di un film per certi versi notevole, ma confuso, indeciso se percorrere la strada della convenzione o quella dell'irriverenza. Frears, però, ha perfetta competenza nella resa dell'atmosfera, e nella direzione dei suoi interpreti.
Attraverso il ricorso al classico procedimento analettico, il film di Frears si snoda canonicamente tra il presente e il passato della narrazione. La figura – realmente esistita – di Joe Orton permette a Stephen Frears e allo sceneggiatore d'eccezione (il drammaturgo Alan Bennett, autore di moltissimi successi, da History Boys a La pazzia di Re Giorgio) di sviluppare una riflessione narrativa dedicata al rapporto inter-temporale tra i quattro personaggi principali, e di concentrarsi altresì sulle implicazioni sociologiche di una Londra – quella degli anni Sessanta – divisa tra nuove libertà e obsoleti retaggi del passato (i pregiudizi, legalmente riconosciuti, contro l'omosessualità). Sono questi, con tutta probabilità, gli aspetti più interessanti di un film per certi versi notevole, ma confuso, indeciso se percorrere la strada della convenzione o quella dell'irriverenza. Frears, però, ha perfetta competenza nella resa dell'atmosfera, e nella direzione dei suoi interpreti.