13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi
2016
Paese
Usa
Generi
Azione, Drammatico
Durata
144 min.
Formato
Colore
Regista
Michael Bay
Attori
John Krasinski
James Badge Dale
Pablo Schreiber
David Denman
Dominic Fumusa
Max Martini
L’11 settembre del 2012 a Bengasi, in Libia, il corpo diplomatico americano fu attaccato da un commando di miliziani: l’ambasciatore e l’impiegato Sean Smith persero la vita. Un secondo attacco a un distaccamento della CIA, poche ore più tardi, vide coinvolto un gruppo di mercenari costretti a un atto di coraggio estremo per salvare quante più vite possibili.
Michael Bay e la storia: un binomio non molto azzeccato, fin dai tempi ingloriosi di Pearl Harbor (2001). Non fa eccezione 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi, che per ben 144 minuti porta avanti una confusione di spari, esplosioni e scene frenetiche senza che il focus sulle motivazioni politiche sia centrato come dovrebbe. Al regista sono sempre interessate più le azioni delle parole, e anche questo titolo si conferma totalmente muscolare: l’apparato visivo è notevole, ma non basta poiché la vicenda alla base è seria, complessa e meritevole di un maggiore approfondimento. Il rischio è di trovarsi frastornati senza aver capito cosa sia successo e la semplificazione raggiunge spesso il livello di guardia: Bay ci impiega poco a fare del gruppo di mercenari un drappello di eroi americani, condendo l’insieme con un bel po’ di retorica lacrimosa (le chiamate a casa degli uomini) e riuscendo a coinvolgere soltanto a tratti. Non aiutano le interpretazioni non propriamente memorabili di un gruppo di attori poco conosciuti (a parte forse John Krasinski, più famoso per la serie The Office che per i suoi titoli da interprete e regista). Bay è un autore che non si smentisce e regala il solito prodotto fracassone e spettacolare: ma con le difficili politiche legate alla questione mediorientale al posto dei robottoni Transformer, il risultato non può nemmeno essere classificato come mero intrattenimento.
Michael Bay e la storia: un binomio non molto azzeccato, fin dai tempi ingloriosi di Pearl Harbor (2001). Non fa eccezione 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi, che per ben 144 minuti porta avanti una confusione di spari, esplosioni e scene frenetiche senza che il focus sulle motivazioni politiche sia centrato come dovrebbe. Al regista sono sempre interessate più le azioni delle parole, e anche questo titolo si conferma totalmente muscolare: l’apparato visivo è notevole, ma non basta poiché la vicenda alla base è seria, complessa e meritevole di un maggiore approfondimento. Il rischio è di trovarsi frastornati senza aver capito cosa sia successo e la semplificazione raggiunge spesso il livello di guardia: Bay ci impiega poco a fare del gruppo di mercenari un drappello di eroi americani, condendo l’insieme con un bel po’ di retorica lacrimosa (le chiamate a casa degli uomini) e riuscendo a coinvolgere soltanto a tratti. Non aiutano le interpretazioni non propriamente memorabili di un gruppo di attori poco conosciuti (a parte forse John Krasinski, più famoso per la serie The Office che per i suoi titoli da interprete e regista). Bay è un autore che non si smentisce e regala il solito prodotto fracassone e spettacolare: ma con le difficili politiche legate alla questione mediorientale al posto dei robottoni Transformer, il risultato non può nemmeno essere classificato come mero intrattenimento.
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