1976
1976
2022
Paesi
Cile, Argentina, Qatar
Genere
Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Manuela Martelli
Attori
Aline Küppenheim
Alejandro Goic
Cile, 1976, tre anni dopo il colpo di stato militare. Carmen (Aline Küppenheim) va a supervisionare la ristrutturazione della casa di famiglia al mare. Il marito Miguel (Alejandro Goic), un medico affermato, i figli e i nipoti vanno e vengono durante le vacanze invernali. Carmen ha tutte le caratteristiche di una moglie e madre benestante del ceto alto-borghese, è colta e raffinata, indossa abitualmente una collana di perle, cachemire e scarpe eleganti. Dentro di lei, però, qualcosa inizia a cambiare…
Impressionante opera prima di Manuela Martelli, esordiente che racconta uno dei momenti più sanguinosi della dittatura militare di Pinochet, affrontando un punto di vista decisamente originale: quello della borghesia e non del popolo sofferente. Questo cambio di prospettiva è solo la base di un film intrigante, capace di genere alta tensione e suspense per quasi tutta la sua durata. Qualcosa in fase di sceneggiatura scricchiola nella seconda parte, a causa di qualche passaggio un po’ costruito, ma la scrittura del personaggio principale è semplicemente eccellente e ancor più valorizzata dall’ottima prova di Aline Küppenheim, chiamata a un ruolo tutt’altro che semplice. Oltre al tema della dittatura, Martelli parla anche della condizione femminile e del ruolo che le donne come Carmen dovevano avere: appartenenti a una classe agiata e conservatrice, parte di una società patriarcale profondamente maschilista, finiscono per essere relegate a figure di mogli e madri, prive di quell’identità propria che rappresenta uno degli altri argomenti principali su cui lavora efficacemente questo bell’esordio. Presentato all’interno della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2022.
Impressionante opera prima di Manuela Martelli, esordiente che racconta uno dei momenti più sanguinosi della dittatura militare di Pinochet, affrontando un punto di vista decisamente originale: quello della borghesia e non del popolo sofferente. Questo cambio di prospettiva è solo la base di un film intrigante, capace di genere alta tensione e suspense per quasi tutta la sua durata. Qualcosa in fase di sceneggiatura scricchiola nella seconda parte, a causa di qualche passaggio un po’ costruito, ma la scrittura del personaggio principale è semplicemente eccellente e ancor più valorizzata dall’ottima prova di Aline Küppenheim, chiamata a un ruolo tutt’altro che semplice. Oltre al tema della dittatura, Martelli parla anche della condizione femminile e del ruolo che le donne come Carmen dovevano avere: appartenenti a una classe agiata e conservatrice, parte di una società patriarcale profondamente maschilista, finiscono per essere relegate a figure di mogli e madri, prive di quell’identità propria che rappresenta uno degli altri argomenti principali su cui lavora efficacemente questo bell’esordio. Presentato all’interno della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2022.
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