Tre episodi che indagano tre momenti differenti della vita dei protagonisti, Takaki e Akari: l’infanzia (Il capitolo dei fiori di ciliegio), l’adolescenza (Cosmonauta) e l’età adulta (5 centimetri al secondo). «Sai, è di 5 centimetri al secondo»; «Cosa»; «La velocità a cui cadono i fiori dei ciliegi. 5 centimetri al secondo». Questo l’incisivo e poetico incipit del secondo lungometraggio di Makoto Shinkai, che dimostra nuovamente di poter ambire a essere uno dei grandi dell’animazione nipponica contemporanea, regalando un’opera delicata in cui spazio e tempo sono dimensioni fondamentali e con le quali è necessario fare i conti. Delineata la sua poetica fatta di distanze, relazioni e sentimenti – a tratti eccessivamente struggenti e adolescenziali – Shinkai può liberare tutto il suo talento visivo, regalando veri e propri quadri d’incanto. A colpire sono soprattutto i fondali e, in particolare, il cielo, realizzato con gamme cromatiche variegate e luminose, messo in risalto da colori avvolgenti e raramente tanto efficaci. La trama è abbastanza scorrevole, ma a conti fatti si tratta di un film di emozioni, dove è l’irrazionale a vincere. Nonostante si tratti di un’opera imperfetta, 5 cm al secondo rimane tra i prodotti più interessanti della filmografia del regista e di tutta la nuova generazione di animatori giapponesi. Un piccolo film, della durata di poco superiore a un'ora, capace di emozionare a tutte le età. Presentato al Future Film Festival di Bologna nel 2008.