L’affascinante miliardario Christian Black (Marlon Wayans) sceglie come vittima del suo charme la timida studentessa Hannah Steele (Kali Hawke) e prova maldestramente a introdurla in un mondo che aspira a trasudare perversione, ma risulta invece comico e improbabile. Stanca parodia del cult per casalinghe Cinquanta sfumature di grigio (2015) di Sam Taylor-Johnson, 50 sbavature di nero cerca solo di cavalcare il successo del modello, offrendo una debolissima satira virata su luoghi comuni “black”, che risulterà difficilmente esportabile fuori dall’America. Per il resto, rimane una lunga accozzaglia di gag scatologiche o slapstick di bassa lega, che non riesce mai a divertire, ma in compenso annoia spessissimo. Nonostante gli ammiccamenti ad altre pellicole recenti, da Magic Mike (2012) di Steven Soderbergh a Nymph()maniac (2013) di Lars von Trier, le idee latitano e il livello puerile della sceneggiatura rasenta le trovate di una classe delle scuole medie in gita. Wayans è anche sceneggiatore, ma a nulla è servita la lezione imparata con gli Scary Movies da lui scritti e interpretati, parodie talvolta grevi ma con momenti di sano, scervellato divertimento. Inutile.