La breve relazione amorosa tra un uomo (Kieran O'Brien) e una donna (Margo Stilley), scandita da otto concerti rock e uno di musica classico-contemporanea. Non è chiaro cosa Winterbottom volesse dire con 9 Songs ed è inutile elencare le controversie che la pellicola ha saputo scatenare tra il grande pubblico. Scene di sesso non simulato e senza veli (secondo un modello decisamente esplicito per i canoni del cinema mainstream) si alternano a sequenze in cui ci vengono mostrate le immagini di nove concerti (da qui il titolo) a cui i due protagonisti assistono. Il film ha il “pregio” di non scadere nella pornografia ma lo schema narrativo, nonostante l’inevitabile breve durata di 70 minuti, riesce lo stesso ad annoiare, complice una sceneggiatura pressoché inesistente. Il progetto è incapace di svincolarsi dall’apparire fine a sé stesso: si fatica a coglierne la sostanza e di certo risulta obsoleta la necessità di rimarcare una connessione tra musica (rock) e amore (sesso). Come se non bastasse, il tutto è vittima di un eccesso di manierismo formale. In Italia solo per l’home video. Black Rebel Motorcycle Club, The Von Bondies, Elbow, Primal Scream, The Dandy Warhols, Super Furry Animals e Franz Ferdinand sono le band che compaiono, più il compositore Michael Nyman.