Un famiglia molto nutrita e numerosa si riunisce nell’Isola di Ischia per le Nozze d’Oro dei genitori, Pietro (Ivano Marescotti) e Alba (Stefania Sandrelli). Al momento di ripartire, però, il maltempo e un’improvvisa mareggiata bloccano tutti sul posto, impedendo loro di ripartire. Le tensioni sopite e i reciproci rancori esploderanno ben presto…
Dopo l'ampia parentesi a stelle e strice, il regista Gabriele Muccino torna in Italia e lo fa con un progetto estremamente corale, che praticamente riunisce quello che è forse il più nutrito cast tricolore all-star da molto tempo a questa parte (con tanto di orribile locandina ufficiale in versione selfie di gruppo photoshoppato). L’operazione è perfettamente nelle sue corde, perché l’autore de L’ultimo bacio (2001) e de La ricerca della felicità (2006) non è nuovo a un approccio al melodramma passionale e sfrontato, disposto a premere a più non posso sul pedale dell’acceleratore, tra movimenti di macchina ampi e articolati, recitazione accorata e sopra le righe e un lavoro su istinti e sentimenti umani che esagera, accumula, non si censura. Come già accaduto in passato, però, questo impatto stilistico si traduce in una messa in scena urlata e caricaturale, che a questo giro sembra volersi rifare malamente al cinema di Ettore Scola guardando alla famiglia e alla società italiana dalla porta principale senza riuscire ad evitare, tuttavia, il sentimentalismo posticcio e il ridicolo involontario. Il prologo è oltretutto eccessivamente sfiatato e prolisso e la presentazione dei personaggi occupa troppo spazio, mentre fanno un po’ meglio la seconda parte e soprattutto il finale, grazie a qualche stoccata alla famiglia e all’amore in quanto istituzioni castranti lucida e ben assestata. Il film è forse il più crudele e disperato di Muccino: si guardi, ad esempio, la scena in cui Sabrina Impacciatore, che ancora una volta pare uscita da un lungometraggio di Pietro Germi ed è la più in palla del cast, canta una versione di A te di Jovanotti, amico fraterno di Muccino, sospesa tra vitalità e solitudine, tra ingenuità e penosità. Il film è stato scritto da Muccino insieme a Paolo Costella, tra gli sceneggiatori di Perfetti sconosciuti (2016), la cui mano è abbastanza visibile: difficile non scorgere nel personaggio di Giulia Michelini e nella sua integrità da corpo estraneo delle analogie con quello di Giuseppe Battiston nel film di Genovese, soprattutto per la piega conclusiva che prende la vicenda. Accorsi è inchiodato da Muccino a un ruolo da Peter Pan abbastanza stereotipato, mentre il personaggio più interessante, anche se abbastanza marginale, è il Sandro di Massimo Ghini, uomo affetto da Alzheimer.