In un paese siciliano, il farmacista Manno (Luigi Pistilli) e il dottor Roscio (Franco Tranchina) vengono brutalmente uccisi. La polizia arresta dei sospetti, ma il professore liceale Paolo Laurana (Gian Maria Volonté), amico dei due assassinati, è convinto che si tratti solo di capri espiatori e che dietro il duplice omicidio si nasconda una realtà più complessa. Aiutato nelle sue indagini da Luisa (Irene Papas), moglie di Roscio, Paolo dovrà scontrarsi con l'avvocato Rosello (Gabriele Ferzetti), ambiguo e losco cugino della donna.
Primo film del fortunato sodalizio artistico fra Elio Petri, Ugo Pirro e Gian Maria Volonté, nonché primo adattamento di Petri da un romanzo di Leonardo Sciascia (il secondo sarà Todo Modo del 1976). Opera esemplare per come riesce a descrivere in maniera sagace e ficcante le anomalie di una comunità lacerata da contraddizioni irrisolte, ipocrisie diffuse e una passività omertosa e complice verso gli intrighi (piccoli o grandi) del potere. Come sempre Petri sa coniugare un'attenta analisi sociale con un linguaggio espressivo vitale, dinamico e sorprendente: in questo caso si segnalano un uso assai moderno dello zoom, sulla base della lezione della nouvelle vague francese, di una macchina da presa mobilissima e un montaggio frenetico. Attraverso lo stile, quindi, il regista riesce a restituire quel senso di costante sospetto e di impaccio che accomuna tutti i protagonisti, partecipi più o meno consapevoli di una vicenda che si snoda in un susseguirsi di bugie, diffidenze, malelingue e doppiezze. Emerge così il quadro radicalmente pessimista di un mondo arcaico, miserrimo e immutabile in cui la morale è stata barattata per un vetusto e artificioso senso dell'onore e in cui è sempre meglio voltarsi dall'altra parte e non fare troppe domande per non avere guai. Premiato al Festival di Cannes per la miglior sceneggiatura.